Dalle colonne di Wine Spectator di questo mese Mitch Frank parla chiaro: “Il mio consiglio per le cantine è di ascoltare i giovani consumatori e proporre vini di qualità ad un prezzo avvicinabile”.
E’ un grande piacere notare che oggi Gotto d’Oro, storica cantina laziale, costruita nel lontano 1945 agli albori della rinascita del secondo dopoguerra, abbia ben chiaro questo mantra. Dall’ombra delle colline dei Castelli Romani, fortemente radicata al suo territorio ma con una lungimiranza da global player, Gotto d’Oro si propone infatti di corteggiare quella fascia di consumatori più disposta a sperimentare, e lo fa con Linea Settantacinque75, cui saranno dedicati due eventi di presentazione nel prossimo Vinitaly.

Ma vediamo i segni particolari di questa coraggiosa e vitalizzante svolta giovane: anzitutto la sua veste, che punta dritto sulla scala valoriale che la nuova linea sposa. Il dress code dell’occasione è ispirato infatti alla sostenibilità: una borgognotta leggera, etichette e cartoni in carta certificata FSC, tappi in sughero riciclabili al 100%; un’anima green quindi, quella della nuova Linea Settantacinque75, un vero e proprio manifesto per un consumo responsabile e sostenibile.

Il packaging del vino, oltre agli attributi del design, è oggi un fortissimo strumento di differenziazione e di comunicazione nei confronti del consumatore che si desidera intercettare; soprattutto in un mercato saturo di offerte apparentemente equivalenti e quindi fungibili.

Con la gamma di Linea Settantacinque75, dodici etichette, tra bianchi, rossi e rosati, che spaziano tra i Doc “iconici”, i Castelli Romani Doc e gli Igt Lazio, con una veste smart-casual e colori accattivanti, Gotto d’Oro presenta al mercato il proprio algoritmo di fusione tra tradizione, territorio, modernità e sostenibilità.
Il target di mercato è saldamente ancorato alla Grande Distribuzione, con presenza già importante in Carrefour, Selex, Conad, Coop ed Esselunga, ma l’anima green della nuova linea sta già conquistando un suo spazio in alcune fasce di ristorazione estera.

In Italia non sono mancati, in questo primo anno, importanti riconoscimenti da parte della critica enologica: il Frascati Doc 2020 ha meritato di essere inserito nella guida Berebene 2022 di Gambero Rosso, per il vincente rapporto tra qualità e prezzo; Vermentino Igt Lazio 2020, il Castelli Romani Doc Rosso 2019 ed il Cesanese Igt 2021 hanno conseguito il prestigioso punteggio di 95 nell’Annuario dei migliori vini italiani 2022 di Luca Maroni.

Torniamo alla sostenibilità, che ha ispirato negli ultimi anni alcune importanti opzioni strategiche per la Cantina di Marino: dalle scelte sul consumo idrico ed energetico alla scelta dei materiali, al trattamento dei rifiuti. Un percorso complesso, soprattutto per una cooperativa, che deve fare i conto anzitutto con un’attenta selezione e gestione dei soci, ma iniziato da tempo per Gotto d’Oro, che ha già ottenuto l’AUA (Autorizzazione Unica Ambientale); una strada che a breve porterà ad ottenere anche la certificazione Equalitas e alla redazione del primo bilancio di sostenibilità.
Le iniziative a breve, lungo questa road-map, saranno l’aumento del volume dell’impianto fotovoltaico, la sostituzione dell’auto aziendale a benzina con una elettrica, e l’installazione di una colonnina di ricarica elettrica nei pressi del parcheggio interno del punto vendita.

Sostenibilità fa rima con eticità e anche su questa cifra Gotto d’Oro vuole dare un segnale forte al proprio mercato, partecipando al “Progetto Etico”, modello di economia circolare in cui la Cooperativa si pone come centro di raccolta di tappi di sughero per tutta l’area dei Castelli Romani, che una Onlus raccoglierà e veicolerà al produttore di tappi Amorim, per un corrispettivo a tonnellata che sarà poi devoluto a iniziative di solidarietà.

Con questo ricco carnet di nuovi progetti Gotto d’Oro si prepara al prossimo Vinitaly, come ci racconta il Direttore della qualità Ilaria Palumbo, condividendo attese e trepidazioni con tutti gli operatori del settore, e dando appuntamento ai propri estimatori per un entusiastico ritorno alla convivialità, forzatamente sopita in questi lunghi mesi di pandemia.