Gli Stati Uniti si sono confermati anche nel difficile 2020 come il primo mercato al mondo per consumi assoluti di vino con circa 29 milioni di ettolitri. Inoltre, continuano ad essere anche il primo mercato d’importazione di vino al mondo con quasi 5 miliardi di euro acquistati da altri Paesi nel 2020. Il primato è dell’Italia, con una quota di mercato all’import del 34%, che supera la Francia, ferma a un market share del 31%.
Il Consorzio del Lugana è una delle principali realtà consortili italiane che ha fatto della presenza nel mercato statunitense un asset strategico e commerciale molto importante. Susannah Gold, Lugana Wine Ambassador per l’East Coast, è intervenuta nel recente webinar organizzato dal Consorzio in collaborazione con Wine Meridian, raccontando l’esperienza del Lugana negli USA. “Gli USA sono un panorama molto competitivo con 50 mercati diversi con regole diverse. Per questo la conoscenza del mercato e la visibilità sono altrettanto importanti. Il Consorzio del Lugana ha organizzato negli ultimi anni numerosi eventi (cene, tasting, webinar…) sul territorio e abbiamo scoperto che quando ci siamo e parliamo del Lugana, riscontriamo un grande interesse. Perché il Lugana ha tutti i numeri per avere successo”.
I fattori attrattivi di questo Consorzio sono molti, a detta della Brand Ambassador: le storie da raccontare di famiglie, di un territorio, quello del Lago di Garda, e dei suoi vitigni autoctoni. “In questo momento i vitigni autoctoni sono molto richiesti negli USA – spiega Susannah Gold – per questo il Lugana è percepito come regione nuova, da esplorare. Inoltre i consumatori vogliono un vino versatile che possa essere abbinato alla cucina italiana, ma anche a quella etnica. Nei numerosi eventi che abbiamo svolto abbiamo abbinato il Lugana a cucine come quella indiana, cinese, messicana”.
“Il Lugana ha la fortuna di essere in un contesto territoriale di estrema visibilità come il Lago di Garda. Far conoscere dove nasce questo vino è un valore aggiunto straordinario” ha detto Fabio Piccoli, direttore di Wine Meridian. “È un vino capace di abbinare nelle sue caratteristiche tradizione e contemporaneità: ha la radice legata al Turbiana, vitigno autoctono, ma è un bianco che intercetta le tendenze contemporanee di consumo, mette insieme la complessità alla facilità della beva e degli abbinamenti”.
Quali sono dunque i consigli per approcciare il mercato americano ora che la pandemia sta piano piano allentando la sua morsa?
“Partite dagli importatori, verificate i contatti e riallacciate i rapporti – spiega Susannah Gold – Inoltre consiglio di continuare ad avere una strategia digitale per raggiungere un pubblico più vasto. Non scompariranno i virtual tasting; ci siamo accorti che ci permettono di raggiungere chi normalmente non raggiungiamo”.
Tra i principali fattori di successo di una denominazione, emersi durante il webinar, c’è sicuramente l’interazione e la comunicazione. “Una comunicazione costante e di squadra da parte dei player della denominazione, soprattutto i leader, è garanzia di successo. I singoli marchi aziendali sono fondamentali per il successo della denominazione, sono la sua forza aggregante. Ad oggi solo 120 denominazioni italiane su 527 esistenti hanno più visibilità e sono quelle che hanno una squadra – consorzio che si muove in sinergia” ha concluso Fabio Piccoli.