Come ha modificato la pandemia le decisioni e le strategie delle aziende del vino italiane? Quali sono state le strade intraprese per far fronte al blocco del canale Horeca, al distanziamento sociale e alle nuove abitudini di consumo? Da tempo ci stiamo interfacciando con il comparto e intervistando produttori e manager al fine di comprendere, seppur nella sua grande e sfaccettata diversificazione, come il mondo del vino sta reagendo a questo delicato momento. 

Oggi andiamo a Sud e precisamente in Sicilia, dove all’interno di un’oasi naturalistica, protetta dal WWF dal 1998, dove le vigne circondano due magnifici laghi di origine carsica, sorge Gorghi Tondi. Abbiamo intervistato Annamaria Sala, titolare dell’azienda assieme alla sorella Clara. 

Cosa vi sta insegnando la pandemia?

La pandemia, che ci ha colpito in modo così improvviso, ci ha fatto fermare, riflettere e comprendere che era necessario reinventarsi con positività e creatività sia a livello umano che strategico. In quest’ultimo anno abbiamo preso delle decisioni importanti percorrendo delle strade che in parte avevamo già intrapreso in passato, ma a cui non avevamo dedicato un impegno così significativo. 

Primo fra tutti l’e-commerce e poi l’offerta enoturistica nella stagione calda che ci hanno garantito, insieme al mercato Italia, dove siamo presenti anche nel canale GDO di qualità, di sopperire alle mancanze dell’Horeca. La diversificazione dei canali e il contatto diretto con il consumatore ci hanno dato linfa in questo momento difficile. 

Il digitale è stato una strada che ha portato riscontri interessanti?

Assolutamente. Avevamo già un canale e-commerce prima della pandemia ma non era mai stato implementato. Nel momento in cui tutto si è fermato abbiamo capito che era il modo migliore per non perdere il contatto con le persone. Così lo abbiamo sviluppato e aggiornato, lavorando in sincronia con la comunicazione social. Devo dire che il riscontro è stato ottimo. 

Un altro filone che avete intrapreso è quello del turismo…

L’enoturismo ci ha permesso di mantenere la relazione fisica con le persone. Ci siamo concentrati principalmente su un turismo territoriale e di prossimità e devo ammettere che è stata l’occasione per farci conoscere dagli enoturisti vicini, che hanno riscoperto il loro territorio. 

Naturalmente, a causa delle limitazioni, ci siamo reinventati nell’offerta per sfruttare i nostri magnifici spazi all’aperto con degustazioni e picnic all’aperto con l’obiettivo di dare un momento di relax e spensieratezza alle persone oltre a far conoscere la nostra realtà e i nostri prodotti. 

Che scelte commerciali avete preso guardando i mercati esteri?

Premetto che la nostra azienda esporta da 4 anni e siamo presenti ormai in 30 Paesi al mondo circa solo ed esclusivamente nel canale Horeca, a differenza dell’Italia dove siamo anche nel canale Gdo di alta qualità. All’estero il momento storico ha penalizzato le esportazioni: tutti i progetti che avevamo, visite a clienti, eventi e fiere sono stati rimandati. 

Siamo in attesa che tutto riparta e nel frattempo progettiamo di trovare dei riferimenti locali, dei brand ambassador, che ci aiutino a diffondere il nostro brand perché ci rendiamo conto che sono le persone che veicolano meglio la nostra storia, il nostro mondo, in modo più chiaro ed efficace. Tra tutti i Paesi in cui siamo presenti la Germania, il Giappone e il Belgio sono quelli che sono rimasti più performanti in questo periodo.  

La diversificazione dei canali vi ha permesso di mantenere un buon rendimento nel mercato italiano. Che obiettivi avete a tendere? 

In questo difficile periodo abbiamo fatto la scelta di investire ancora di più nel mercato italiano, assumendo un nuovo direttore vendite che è per noi un punto di ripartenza con l’obiettivo di allargare la rete vendita Italia in modo capillare, dove siamo meno presenti. Questo dovrebbe consentirci di curare di più la relazione con i clienti con cui vorremmo instaurare rapporti saldi di reciproca fiducia e alleanza per garantire continuità all’azione commerciale.  

Con quale consapevolezza affronterete la ripartenza non appena sarà possibile?

Non bisogna lasciare nulla al caso, sviluppando una strategia e politiche commerciali mirate, ma che non perdano mai di vista l’identità e la filosofia del brand. Il vino è per me un tesoro che ho ricevuto in eredità dalla mia famiglia e per questo, nonostante sia necessario guardare sempre in avanti innovando con creatività, vorrei che mantenesse sempre il suo fascino un pò antico, rispettando le sue radici più profonde.