Nell’ottica di approfondire e fornire un quadro concreto delle scelte e delle pratiche della cooperativa Vitevis nell’ambito della sostenibilità, abbiamo intervistato Alberto Marchisio, direttore generale di Vitevis.

Partiamo dai concetti chiave, cosa significa sostenibilità per la vostra cantina cooperativa?
La cooperazione è impresa ma è anche un un’impresa sostenibile, con una attenzione particolare all’ambiente. Noi facciamo e faremo viticoltura ed in questa ottica dobbiamo cercare di garantire a noi e ai nostri figli un futuro sostenibile. Tra i nostri soci ci sono imprese strutturate ma anche microaziende con 5mila metri quadrati di terreno o anche meno. Se non ci fosse la nostra cooperativa quel vigneto con molta probabilità sarebbe stato abbandonato e non esisterebbe più. Abbiamo lo sguardo rivolto all’artigianalità più pura.

Nell’ambito della sostenibilità, quali sono le vostre peculiarità ed in cosa credete di distinguervi in termini di concretezza e credibilità?
Stiamo cercando di garantirci il futuro implementando pratiche sostenibili sia in cantina che in vigneto, cercando di approcciarci ai nostri soci in maniera costruttiva. Il nostro percorso si affina di anno in anno. Ogni anno dobbiamo aggiungere qualcosa, non tanto perché il mercato ce lo chiede ma per garantirci il futuro. Ora si parla di vino esclusivamente come business, una volta si parlava di vino esclusivamente come emozione. Noi cerchiamo di trovare l’equilibrio tra queste due spinte, stando nel mezzo.

Siete una cooperativa, come riuscite ad estendere le indicazioni e le pratiche sostenibili ai vostri 1.350 soci e a rendere questi aspetti credibili ai loro occhi?
Dobbiamo essere un esempio, tanto è vero che ogni componente del Cda adotta pratiche di agricoltura sostenibile. I nostri tecnici agronomi veicolano questo lavoro direttamente nelle aziende dei soci, cercando di trasferire le misure ed i valori fondamentali della sostenibilità. L’epoca in cui viviamo è piena di interrogativi che riguardano le modalità con cui possiamo garantirci la sussistenza su questi territori: la cooperativa cerca di educare i propri soci proprio per questo obiettivo.

La sostenibilità è un percorso strutturale di lungo periodo, quali sono i vostri prossimi step?
Il prossimo step lo stiamo già portando avanti e riguarda l’uso consapevole dell’acqua e della concimazione. Oggi non possiamo più permetterci di utilizzare l’acqua senza indicazioni precise perché la vera sfida del futuro riguarderà l’acqua. 
In termini pratici dove c’è la possibilità di attingere all’acqua stiamo portando avanti un progetto per capire come e quando utilizzarla nel modo più utile possibile, attraverso tecnologie e modelli previsionali e studiando le effettive necessità delle piante in un determinato momento. Stiamo usando i dati provenienti dalle immagini satellitari su larga scala e dalle capannine meteo sul territorio mettendoli in relazione con l’epoca fenologica, le analisi fogliari e del terreno: un insieme di dati che ci dicono quando l’utilizzo dell’acqua è realmente necessario.
Grazie alla nostra gestione e attraverso la conduzione dei vigneti secondo il modello SQNPI abbiamo già generato dei certificati verdi che riguardano i crediti di carbonio. Questo ci permette di portare sulle tavole bottiglie che non hanno impatto sull’ambiente.
In futuro ci saranno altre sfide che vivremo mano a mano, stimolati da quello che già oggi stiamo mettendo in campo.
Queste scelte sono state condivise da molte persone, questa è una vera soddisfazione ed un grande valore. Ciò che deve emergere è il coinvolgimento di tantissime persone, il nostro percorso dimostra che con il lavoro di squadra si possono ottenere risultati che si ritenevano irraggiungibili. Questo ci riempie di orgoglio.