La Danimarca costituisce, secondo gli ultimi dati Nomina Wine Monitor 2021 (vedi ricerca), uno dei principali mercati al mondo per consumi di vino: al ventisettesimo posto per consumi assoluti ma tra i più alti in Europa per consumo pro capite. Come ha influito la pandemia su questo importante mercato di sbocco per il vino italiano?
Ne abbiamo parlato con Thomas Rydberg, giornalista ed esperto di vino, per quindici anni redattore di vino per i più importanti quotidiani danesi e negli ultimi sette editor per il magazine di vino DinVInGuide e la guida VinGuiden.
Come ha superato l’ondata pandemica il mercato del vino in Danimarca?
Il mercato del vino in Danimarca in generale non è stato influenzato: le vendite direttamente ai consumatori hanno compensato il calo dato dalla chiusura dei ristoranti. Ora la situazione è tornata alla normalità. Oggi circa il 70% del vino viene venduto tramite i supermercati, il 10% online, il 10% nelle enoteche e il 10% nel canale Horeca. Ciò significa che la nostra vendita diretta ai consumatori è molto alta rispetto ad altri Paesi.
Chi sono i principali attori dello scenario?
Senza dubbio gli importatori. Abbiamo più di 1500 importatori con una popolazione di 5,7 milioni. Quindi il maggior numero di importatori pro capite. Molti importatori sono molto piccoli e lo fanno solo per hobby, quindi è necessario cercare con attenzione gli importatori in Danimarca.
Come si comporta il vino italiano?
I vini italiani sono leader di mercato con circa il 22% di quota di mercato. Davanti a Francia (12%) e Spagna (12%) ma si comportano bene anche Sud Africa, Cile e Australia. Per i vini italiani si vendono principalmente i rossi, soprattutto provenienti dal Veneto e dal Sud Italia. Sono molto apprezzati anche i vini piemontesi e toscani.
Quali sono le tendenze più interessanti dell’ultimo periodo?
In primis crescono i vini biologici e questa è una tendenza interessante da sondare. Il Bag-in-Box è ancora molto popolare soprattuto per quanto riguarda la categoria dei bianchi. I vini rossi sono i più popolari (circa il 70% dello share di mercato), ma stanno crescendo anche bianchi e rosati. Il vino spumante è popolare, anche se il Prosecco non ha ancora avuto la stessa popolarità riscontrata in altri Paesi. I francesi Champagne e Cremant assieme allo spagnolo Cava sono i più popolari.
Qual è l’atteggiamento dei consumatori nei confronti del vino?
Il consumo di vino è elevato in Danimarca con quasi 36 litri pro capite all’anno. Questo numero è stabile già da molti anni. Il prezzo medio per una bottiglia di vino acquistata dai consumatori è di 5,5 euro, quindi piuttosto basso. Inoltre il 40% di tutti i vini viene ancora venduto come bag-in-box. Ma c’è una buona speranza che i prezzi salgano, visto che sono passati da 4/5 euro a bottiglia a 5,5 euro.
Qual è il Suo consiglio alle cantine italiane se vogliono entrare o migliorare le performance nel mercato danese?
Il vino italiano ha una forte riconoscibilità del marchio in Danimarca, quindi è più facile entrare nel mercato rispetto ad altri territori vinicoli.
Consiglio di comunicare in primis con grande attenzione origine e storia del brand. Inoltre nelle relazioni con gli importatori, consiglio di assicurati di concordare i volumi e le modalità con cui raggiungerli insieme.
Infine, vedo possibilità per i vini bianchi e spumanti italiani. Il mercato danese sta richiedendo questi vini, ma le disponibilità non sono elevate.