Nonostante l’anno funestato dalla pandemia, 1.440 consumatori di vino e liquori, intervistati da HKTDC in 8 diverse città cinesi, affermano che nel 2020 hanno speso di più per consumi enoici.
Rispetto ad un sondaggio simile condotto nell’anno 2017, l’indagine ha evidenziato come il prezzo pagato dagli intervistati per una bottiglia di vino sia aumentato di circa il 40%. Secondo i risultati i consumatori hanno speso in media 273 RMB – la renminbi è la valuta avente corso legale nella Repubblica Popolare Cinese il cui valore è di circa 34 euro – per una bottiglia di vino d’importazione per il proprio consumo, 268 RMB per le occasioni d’incontro con parenti e amici, mentre il prezzo per eventi aziendali e regalistica è aumentato in modo significativo fino a 887 RMB per singola bottiglia. Di conseguenza è cresciuta anche la loro spesa annuale che vale in media 1.407 RMB per l’acquisto di vino da godere a casa propria, 1.354 RMB per il vino da consumare con parenti e amici e 3.284 RMB per eventi aziendali e regalistica.
Il prezzo pagato dai consumatori varia leggermente a seconda di dove vivono. A Guangzhou, Shanghai e Pechino per una bottiglia d’importazione (consumo domestico) il costo è di circa 300 RMB, Guangzhou 297 RMB, Shanghai 313 RMB, Pechino 285 RMB. Anche la spesa media annuale per gli intervistati residenti in Guangzhou, Shanghai, Pechino e Chengdu è stata di circa 3.500 RMB, superiore alla media dei 3.000 RMB pagati dai residenti nelle altre quattro città, Changsha, Nanjing, Xi’an e Harbin.
Sebbene nella maggior parte dei casi i consumatori non abbiano mostrato preferenze tra etichette importate rispetto ai vini di produzione nazionale, una chiara prevalenza d’acquisto per i vini esteri c’è stata in città come Shanghai e Guangzhou. In Cina, è opinione diffusa, considerare i brand esteri di maggiore pregio e qualità: un fatto di terroir, uve e vinificazione.
L’indagine ha evidenziato inoltre che consumatori con redditi più alti e una maggiore conoscenza del vino tendono a “sperperare” di più per il proprio piacere enoico. Il prezzo medio pagato, con uno stipendio mensile familiare superiore a 30.000 RMB (circa 3.800 euro), per una bottiglia di vino importata è stato di 417 RMB, significativamente superiore alla spesa media complessiva di 273 RMB. Chiaramente risultano più generosi anche negli acquisti di vino d’importazione per le occasioni aziendali: 4.230 RMB all’anno, rispetto alla media complessiva di 3.284 RMB.
Uno dei risultati interessanti del sondaggio è che in Cina i consumatori di vino si preoccupano in modo particolare dell’abbinamento vino-cibo. Una delle regole fondamentali sarebbe proprio il giusto abbinamento tra vino e gusto asiatico. Il 68% degli intervistati ritiene che il vino debba essere un completamento all’alimentazione e poiché la cucina varia da regione a regione, i wine merchants dovrebbero verificare che l’etichetta suggerita si abbini sempre alla cucina locale. Da non dimenticare che la Cina ha una cultura gastronomica diversificata dove vino e cibo hanno un ruolo sinergico di grande correlazione.
Infine il sondaggio ha evidenziato il valore della provenienza. Uno dei requisiti più importanti nell’offerta dei paesi esteri per l’ingresso del vino nel mercato cinese è quello di provenire da una regione vinicola ben nota e rinomata. Il 48% degli intervistati considera fondamentali, in un mercato fortemente legato alla ricerca di elementi in grado di trasmette prestigio, ricchezza e una posizione sociale privilegiata, fattori come brand, produttore, packaging e terroir. Le donne cinesi, ad esempio, associano il consumo di vino ad uno stile raffinato e di successo, prediligendo i vini rossi per la loro spiccata azione antiossidante. Una nuova sensibilità in un momento di profondo cambiamento socio-culturale.