Due anni fa, la Court of Master Sommeliers americana ha subito un duro colpo. Ne abbiamo parlato ripetutamente nel corso di questi anni, ma proviamo a ricapitolare la vicenda. I motivi di tensione si sono sviluppati su un triplice binario. Innanzitutto durante le proteste del movimento Black Lives Matter, l’industria del vino nel suo insieme – e la stessa Court of Master Sommeliers – è stata messa sotto accusa per la mancanza di sensibilità in fatto di diversità razziale – o meglio ancora etnica. A seguire una pungente ed esplosiva indagine del New York Times ha smosso l’associazione alle fondamenta con le accuse di #MeToo di molestie sessuali nei confronti di alcuni dei suoi membri più celebri: più di una dozzina di donne che aveva seguito il programma formativo della corte si sono fatte avanti con accuse molto gravi nei confronti di alcuni membri molto influenti. Questa già fragile situazione ha subìto il colpo di grazia da parte della pandemia, che ha chiuso i ristoranti in tutta la nazione e ha portato molti sommelier a scegliere altre strade professionali. Non possiamo che affermare senza ombra di dubbio che la tripla sferzata del 2020 e le sue ripercussioni abbiano spinto l’associazione sul baratro dell’irrilevanza. 

[Leggi l’articolo sullo scandalo del 2020 – Abusi e molestie contro le donne alla corte dei Master Sommelier americani]

Una nuova direzione

Così a fine 2020, il consiglio di amministrazione dell’associazione si è dimesso in massa (tra loro erano presenti anche dei sommelier coinvolti e travolti dagli scandali) e i membri eletti del nuovo board hanno eletto una donna, Emily Wines, come presidente. Segnale di un cambiamento radicale? Non c’è dubbio di sì, dal momento che il nuovo consiglio direttivo ha preso decisioni rilevanti nell’ultimo anno e mezzo. Innanzitutto è partito con la riforma del codice etico, ha stipulato un accordo con un’azienda specializzata in molestie sul posto di lavoro per trasformare la sua cultura organizzativa e ha assunto un investigatore per esaminare le accuse di molestie. L’indagine è culminata a novembre quando la corte ha espulso sei membri, tra cui Fred Dame, che ha cofondato l’associazione negli Stati Uniti. Per rendere l’organizzazione più professionale, il consiglio ha assunto un direttore esecutivo che non proviene dal mondo del vino, Julie Cohen Theobald, che ha portato con sé oltre due decenni di esperienza come brand manager per Procter & Gamble, oltre a lavorare nel settore no profit.

Ci sono poche opportunità nella vita per avere un impatto sulle questioni di genere e diversità“, ha dichiarato Theobald in una recente intervista citata dal The Washington Post. “Potremmo essere una piccola organizzazione, ma abbiamo una certa influenza sull’industria e forse anche sulla società”. Da quando Theobald è entrato a far parte della corte lo scorso autunno, il consiglio ha aggiunto quattro nuovi membri al di fuori dell’industria vinicola, che hanno portato con sé esperienza in settori come risorse umane, ospitalità e diversità. Proprio la diversità è la chiave del cambiamento che si propone la Court of Master Sommeliers. “È un settore dominato dagli uomini, quindi vogliamo assicurarci che questo diventi uno spazio sicuro per le donne, permettendo loro di segnalare eventuali problemi e non di rimanere in silenzio” ha detto la presidente Wines. A tal fine, il board ha istituito una hotline indipendente per le denunce di molestie.

Oltre la diversità di genere 

Il codice etico non si ferma solo alle diversità di genere, ma si muove anche sul filone della diversità di etnia, istituendo 100 borse di studio per persone di colore, donne e persone bisognose che desiderino partecipare al programma introduttivo dell’associazione. Infine tra le nuove linee guida del rinnovato consiglio c’è la necessità di enfatizzare la professionalità. “Non vogliamo elevare i sommelier a superstar, ma elevare la professione” ha affermato Wines. “Soprattutto dopo il covid, la professione è cambiata molto, e con essa dobbiamo cambiare. Quando i ristoranti attraversano momenti difficili, i sommelier sono spesso i primi a essere tagliati. Vogliamo sottolineare come il sommelier non abbia solo la conoscenza del vino, ma anche possa gestire la scelta del beverage o il ristorante stesso”. In questo modo diventando più versatile, il sommelier può diventare una presenza essenziale in un ristorante.