Le definiscono esigenze di mercato; in un’Italia che non riesce ad assorbire le produzioni di vino, in un periodo che evidenzia cali di vendite nel territorio, sono molte le aziende che guardano all�estero come al nuovo Eden, per dare ossigeno alla propria azienda; ossigeno che si dovrebbe trasformare in programmazione ma che viene sempre meno a molte di loro non solo nel settore enologico.
Questa necessita di trovare nuovi mercati dove poter esportare il proprio vino sta creando situazioni e generando azioni molto confuse; sentiamo parlare di Cina, Paese in cui tutti vogliono investire senza domandarsi se un determinato mercato � per tutti o meno.
Questo, almeno negli ultimi tre anni, ha provocato, per molte realt�, scelte d’ investimenti sbagliati che hanno roso risorse economiche e aziendali, che forse, con pi� oculatezza, avrebbero potuto (e dovuto) essere destinate ad altri mercati.
La scelta di investire in un mercato rispetto ad un altro non pu� essere dettata dalla sorte o dal trend generale; scegliere un mercato vuol dire innanzi tutto conoscerlo, analizzarlo e comprenderlo.
Attivit� che si possono svolgere sia all�interno dell�azienda che attraverso agenzie che le svolgono professionalmente, indicando, a ragion veduta, se un tale mercato pu� essere nostro target e, di conseguenza, delineare le giuste attivit� per poterlo affrontare.
Lo stesso approccio andrebbe adottato anche per il mercato italiano; anche se in questo momento non � florido, bisogna continuare ad investire perch� crescere in casa aiuta anche la crescita all’etero, esportando cultura ed identit� .
A differenza di altre realt� europee (senza scomodare mondi lontani), in Italia le aziende hanno l�abitudine (sbagliata!) di investire in beni concreti (per comprare un mezzo agricolo i budget ci sono sempre);se si parla di investire in analisi di mercato, comunicazione e/o marketing, attivit� non tangibili come un mezzo agricolo, i budget…spariscono.
Il vino, come tutti gli altri beni, ha necessit� di investimenti produttivi ma ricordiamoci che, oltrech� prodotto, va venduto e le dinamiche di vendita e di richiesta sono cambiate e “il made in Italy” non � pi� sufficiente per vendere.
E� quindi un errore strategico trascurare il mercato interno; investire in casa aiuta a crescere anche fuori, per esportare non solo prodotto ma identit� e cultura.