Per molti è la conduttrice di un popolare podcast americano sui vini e gli spirits, mentre per i più esperti è la donna che sta lanciando uno dei modelli più innovativi di import di vino negli USA. Stiamo parlando di Alexi Cashen, imprenditrice di San Francisco che, con la sua compagnia Elenteny Imports fondata nel 2010 ha messo in piedi un nuovo format di import di vino che segue il cliente dalla fase della spedizione dei prodotti fino al suo immagazzinamento e, in alcuni casi, fino alla distribuzione, rendendo il processo di esportazione più veloce, customizzato e organico.
“Ho messo in piedi quello che mi piace definire una società di importazione, distribuzione e logistica umana. Abbiamo licenze a vendere a distributori di tutti e i 50 Stati americani, dunque in tutti gli Stati Uniti d’America, e abbiamo anche licenza di distribuzione in 6 Stati e quindi possiamo entrare più a fondo nel three-tier system e possiamo vendere a ristoranti e retailer” ci spiega Alexi.
Negli Stati Uniti, dove vige il sistema del three-tier system, non è infatti scontato che ci si possa affidare a un attore unico sul territorio, che svolga insieme la logistica della spedizione, lo sdoganamento e la conseguente parte normativa (tasse, assicurazioni e altro), l’immagazzinamento e la veicolazione del prodotto verso grossisti e retailers. La Cashen ha fondato la sua azienda puntando a offrire servizi molto avanzati di shipping e di compliances (l’aderenza alle norme durante lo sdoganamento, la tassazione, le assicurazioni etc).
“La nostra piattaforma ci permette un approccio più umano alle aziende, che magari diversamente sarebbero perse nel gigantesco mercato americano. Noi vogliamo trovare per loro il modo migliore per entrare in questo ambiente competitivo, aiutandole a crescere ed elevarsi” continua l’imprenditrice.
Iniziative imprenditoriali come quella di Alexi Cashen riflettono un nuovo trend o, meglio, un desiderio di far breccia nelle maglie del sistema americano che spesso rende poco agile la vendita del vino e di certo molto alto il costo del prodotto al consumatore. “Il lato positivo del three tier system è che garantisce parità di condizioni per tutti gli attori, dai più grandi ai più piccoli, e definisce una serie di regole comuni e limiti. Nella complessità del mercato americano dove abbiamo 50 Stati e ognuno con una serie di normative statali diverse tra loro, questo sistema crea una struttura ad ombrello dove ogni Stato è tenuto a seguire queste regole comuni. Al contrario il lato negativo si riflette sul costo del prodotto finale. Le aspettative in termini di qualità/prezzo da parte dei consumatori sono elevate, ma i costi crescono di anno in anno soprattutto per i prodotti importati” ci spiega Alexi.
Quando le chiediamo che consiglio darebbe ai produttori italiani, ci risponde che “la situazione sta cambiando continuamente negli USA come nel mondo. Consiglio ad un produttore che approcci il mercato di scegliere massimo 3 Stati in cui investire, testare il terreno e soprattuto trovare i partner giusti. Non c’è una regola, tutto funziona in base alle relazioni oggi”.
Come cambierà il mercato dopo la pandemia? “I consumatori americani sono molto aperti ai vini di importazione, ma oggi con la pandemia sono più portati ad acquistare vini locali. Inoltre sono esplose molte piattaforme che fanno vendita diretta al consumatore e per i vini importanti c’è spazio anche su questo fronte, anche se per il momento stanno andando di più i vini domestici. Ci vorrà tempo per tornare ai livelli di prima in termini di acquisti e di vita sociale. Dobbiamo essere pazienti”.
Determinata e poliedrica imprenditrice Alexi nel tempo libero conduce il suo popolare podcast dedicato alle donne nell’industria del wine & spirits. “Volevo sviluppare la mia vena creativa. Ho una passione per far crescere ed elevare i piccoli brand. Ma sono anche molto interessata al ruolo delle donne nell’industria del vino. Oltre il 50% delle attività USA sono condotte da donne, ma di queste solo l’1% supera 1milione di dollari di fatturato. Quindi il successo economico è ancora molto sbilanciato negli USA. Il Podcast è un ottimo modo per parlare di questi argomenti e per far conoscere la mia esperienza e connettermi meglio e più profondamente al mio network”.
Infine parlando di cosa vende nel futuro del vino e cosa manca per migliorare, Alexi ci racconta come secondo lei manchi in molte aziende un focus sulla tecnologia. “C’è ancora molto da fare, molte attività sono inefficienti e non stanno dietro ai cambiamenti tecnologici. Inoltre negli USA abbiamo ancora molto da lavorare per veicolare la cultura del vino: il vino non è per pochi eletti, sommelier o esperti, tutti devono conoscere le storie che stanno dietro al vino. E io con il mio podcast sto provando a raccontarlo” conclude l’imprenditrice.