Il 2020 è stato un anno pieno di battaglie per il vino californiano. Oltre a scontrarsi con la crisi causata dal covid-19, ha infatti dovuto fare fronte ad una delle stagioni di incendi più dannose degli ultimi 50 anni, incendi che hanno bruciato 4.2 milioni di acri (più di 16 mila km2). 

Il settore vitivinicolo californiano, secondo Jon Moramarco, managing partner di bw166 ed editor dei report di Gomberg, Fredrikson & Associates, ha subito una perdita di 3,7 miliardi di dollari, stima che si basa sui danni diretti a vigne e cantine, sulla riduzione del raccolto e sulle mancate vendite. Le ripercussioni, inoltre, verranno risentite dalle cantine fino al 2023. 

In particolare, Napa Valley, la contea statunitense conosciuta per la produzione di vino, è stata colpita dai LNU Lightning Complex Fires (17 agosto – 2 ottobre, con 1,470 km2 bruciati) e dal Glass Fire (27 settembre e perpetrato per 23 giorni con 273 km2). Burgess Cellars, Cain Vineyard and Winery, Cornell Vineyards, sono solo alcune delle 27 cantine che hanno subito danni strutturali in Napa Valley. Tra di loro anche la famosa cantina Chateau Boswell di St. Helena e il Castello di Amorosa, che ha inoltre visto bruciare bottiglie per un valore di 5 milioni di dollari. 

Ma non sono stati “solamente” i danni strutturali a colpire il mercato vitivinicolo californiano; lo smoke taint, ovvero la contaminazione da fumo, ha portato molte cantine alla decisione di ridurre la produzione e, in alcuni estremi casi, di bloccarla completamente. 200 mila tonnellate di uva sono state rigettate in quanto il fumo potrebbe influire nei prossimi anni, ha affermato Moramarco. Somerston Estate in St. Helena, ad esempio, ha deciso di non raccogliere l’uva che avrebbe dovuto produrre il vintage 2020. John Harris, produttore di Cabernet Sauvignons, ha speso 50 mila dollari per spedire le proprie uve e farle testare dopo gli incendi di agosto; quando però è iniziato anche il Glass Fire, non ha più avuto bisogno di vedere i risultati, afferma. 

A questo punto, la ricerca è diventata essenziale; “non è possibile non produrre o non raccogliere ogni volta che scoppia un incendio” ha affermato Moramarco. Alla ricerca serviranno 10 milioni di dollari nei prossimi 5 anni, solamente il 18% dei 22 miliardi con i quali Napa Valley contribuisce all’economia californiana. La contea vitivinicola di Napa, infatti, grazie a cantine, hotel e ristoranti, è una importante colonna dell’economia nazionale. 

La pandemia aveva già portato al declino del turismo, con l’occupazione di dicembre 2020 al 30%. Gli incendi hanno aggravato la situazione portando la California a vivere l’anno più orribile degli ultimi decenni.