Come sono cambiate le abitudini di consumo negli Usa e nel Regno Unito da quando la nube delle restrizioni o del lock-down hanno colpito i due Paesi anglosassoni?
Il lock-down o le restrizioni hanno indubbiamente accelerato alcuni trend di consumo e ne hanno confermato altri che prima del Covid-19 erano latenti.
Secondo i recenti dati Nielsen, raccolti fino al 9 maggio per tutto il periodo dall’inizio delle misure restrittive contro la pandemia, che testimoniano le vendite nei canali e-commerce e off-trade, non solo sono cambiati i modi con cui i consumatori acquistano, ma anche i prodotti.
Siamo stati portati a pensare che durante la chiusura forzata in casa le persone abbiano consumato più alcolici di prima, ciò è stato testimoniato da un aumento importante di acquisto di questa categoria di bevande nell’off-trade e nell’on-line. Questo non è necessariamente consequenziale ad un calo delle bevande analcoliche, come pensano in molti. Al contrario, infatti, i dati ci testimoniamo come le vendite di birra analcolica, ad esempio, siano aumentate del 44% rispetto allo stesso periodo lo scorso anno.
Questo fenomeno è la dimostrazione del fatto che, nonostante le persone si siano adattate ad una nuova normalità, la novità di bere più alcolici durante il lock-down non si sta dimostrando così forte e la moderazione continua la sua corsa come prima della pandemia.
È interessante notare come anche, fuori dal mercato americano, molti brand di birre analcoliche e spirits abbiano fan leali e intenzionati a fare scorta di queste categorie di prodotto.
Parlando di scorta: le dispense sono ben fornite.
Continua infatti la corsa al riempimento delle dispense di casa in questi due Paesi anglosassoni in cui nella maggior parte dei casi le persone non stanno ancora frequentando bar e ristoranti (ad eccezione di qualche Stato americano che sembra aver reagito bene e riaperto i locali pubblici).
La birra e il sidro hanno raggiunto punti di 1 miliardo di dollari la settimana del 9 maggio, secondo Nielsen. E dunque cosa emerge da questi dati?
Non possiamo non constatare come le persone sembrino acquistare in grandi quantità e formati maxi questi prodotti, che consentano loro di fare scorta per lungo periodo.
Come dichiarato da Danelle Kasmal di Nielsen a The Drink Business, nelle ultime settimane la maggior parte delle persone preferisce comprare di più in previsione di un esaurimento delle scorte, piuttosto che ritrovarsi con le scorte esaurite e dover fare spese più importanti in una sola volta.
Un altro interessante dato emerso dall’analisi Nielsen dipinge la preferenza delle persone per l’acquisto di spirits rispetto al vino e alla birra, perchè vogliono avere qualcosa in casa che non debba essere riacquistato frequentemente.
Infatti i dati confermano un aumento del 48,5% della vendita di spirits nel casale off-trade rispetto allo scorso anno.
L’e-commerce continua a giocare un ruolo da protagonista.
Le vendite on-line negli USA hanno subìto un’impennata che tocca percentuali incredibili: nella settimana nel 9 maggio è stato registrato un +338,8% rispetto all’anno prima.
Ancora più incredibile la percentuale registrata dal birra inglese Jubel: +1400% dell’inizio del lock-down.
Ciò ha permesso ai brand di rivedere le proprie strategie di marketing. Nel Regno Unito infatti le spese in pubblicità nei canali tradizionali sono calate del 5% a marzo 2020, mentre quelle legate all’on-line hanno avuto un aumento del 208%.
Questi trend ci dimostrano come dei cambiamenti che erano già in atto nel panorama mondiale siano rimasti in vetta e abbiano continuato la propria corsa, nonostante le restrizioni e la pandemia abbiamo inserito nuove opzioni e abitudini di consumo.
Non sappiamo come regiranno i consumatori quando anche questi Paesi vedranno numeri più incoraggianti e potranno finalmente lasciare andare un pò le maglie delle restrizioni, sicuramente alcuni di questi trend hanno dimostrato di reggere abbondantemente l’onda d’urto della pandemia e con tutta probabilità sapranno rimanere ben saldi ai punti guadagnati in questi ultimi tempi.