La community che ruota attorno al mondo del vino statunitense è stata scossa nel profondo lo scorso anno dopo che il New York Times ha pubblicato un articolo che riportava una serie di accuse di abusi sessuali da parte di oltre una dozzina di donne nei confronti dei più eminenti sommelier americani (ne avevamo parlato qui). 

Oggi a distanza di poco più di un anno la Court of Master Sommelier ha preso una posizione netta e definitiva espellendo sei dei suoi membri più influenti: Fred Dame, cofondatore dell’organizzazione tra i più famosi famoso MS negli Stati Uniti; Drew Hendricks, ex sommelier di Pioneer Wine Co; il famoso consulente di Fred Dexheimer; il sommelier di Seattle Joseph Linder; Matt Stamp, del Ristorante Compline a Napa; e il professor Robert Bath del St. Helena’s Culinary Istitute of America.

Prima di loro il Master Sommelier, Geoff Kruth, ex direttore di GuildSomm – organizzazione internazionale senza scopo di lucro per i professionisti del vino che promuove istruzione e community con sede in California – si era già dimesso ad ottobre dello scorso anno.

Il mondo della sommellerie non è certo esente da questioni di parità di genere e di etnia. Prima di questo scandalo si erano già mosse le foglie della denuncia e del cambiamento quando a marzo 2020 la ventunenne Victoria James aveva pubblicato un libro di memorie intitolato “Wine Girl: The Obstacles, Humiliations e Triumphs of America’s Youngest Sommelier” in cui ha descritto più casi di abuso sessuale compreso lo stupro. Inoltre nel giugno 2020, sulla scia delle proteste di Black Lives Matter, la comunità dei sommelier statunitensi è stata colpita da un post Instagram di un professionista del vino di Atlanta. Tahiirah Habibi ha raccontato di aver affrontato qualche anno prima l’esame per diventare Master sommelier e di essersi scontrato contro l’ostracismo delle “gerarchie bianche”, così ha deciso di lasciare il programma e ha fondato un’organizzazione chiamata Hue Society, per supportare i professionisti del vino di colore.

Poi, in ottobre, è arrivato l’articolo bomba del New York Times che ha scosso ulteriormente il sistema. Il CMS-A ha agito rapidamente. A novembre 2020, il consiglio si è dimesso e ne è stato nominato uno nuovo guidato da due donne Emily Wines, come presidente con Kathryn Morgan come vice presidente. Inoltre è stato istituito un comitato etico e una hotline che i sommelier possono utilizzare per segnalare un cattivo comportamento dei colleghi. Infine un’indagine indipendente ha preso in esame le condotte di più di 22 membri che ha portato all’espulsione dei sei soprammenzionati e altre possibili sanzioni sono in arrivo. 

Ma la storia non finisce qui. La reputazione della Court of Master Sommelier americana e dei suoi membri potrebbe essere stata compromessa definitivamente. Alcuni membri della community del vino statunitense hanno commentato l’accaduto mettendo seriamente in dubbio la credibilità e serietà dell’istituzione. L’influente editorialista Blake Gray sulla piattaforma online Wine Searcher ha sottolineato che delle persone che hanno guadagnato la spilla di Master Sommelier negli Stati Uniti solo 28 sono donne, inoltre ha denunciato come i sei sommelier al centro dello scandalo, recentemente espulsi, non abbiano mai lavorato in un ristorante, rilevando la mancanza di esperienza sul campo. 

Sicuramente l’associazione americana non è l’unico modo per entrare in modo autorevole nel mondo della sommellerie: esistono competizioni internazionali molto valide che possono far emergere un sommelier sulla scena mondiale, oppure si può accedere all’altrettanto rispettato e rigoroso programma di Master of Wine. 

Dunque ora una domanda sorge spontanea: come uscirà da questo empasse il mondo della sommellerie americano? Una cosa è certa, non sarà più lo stesso.