Abbiamo avuto il piacere di visitare Il Borro, azienda biologica di proprietà della famiglia Ferragamo sulle colline del Valdarno, e spendere qualche ora di un caldo pomeriggio autunnale in compagnia di Salvatore Ferragamo.

Cosa rappresenta il Borro per il borgo e il territorio di cui fa parte?

La famiglia Ferragamo è arrivata qui al Borro nel 1985, inizialmente in qualità di affittuario; nel 1993 abbiamo deciso di acquisirne la proprietà. Abbiamo impiegato diversi anni per trasformare il borgo che vi abbiamo trovato in una destinazione di accoglienza a 5 stelle: nel 2012 siamo entrati nella catena Relais & Chateaux. Certamente le grandi potenzialità ci sono state chiare fin dall’inizio; siamo particolarmente soddisfatti dell’evoluzione che questo luogo, che ci è molto caro, ha vissuto. Qui al Borro siamo riusciti a valorizzare un territorio che forse senza il nostro intervento sarebbe stato dimenticato. Possiamo dire che si è trattato della salvaguardia di un pezzo di storia toscana e d’Italia. In Italia abbiamo moltissimi gioielli di questo tipo, che si distinguono per territorio, cultura, architettura, prodotti: tutelarli e valorizzarli è per il bene di tutti.

Quali sono gli elementi che caratterizzano Il Borro e lo rendono un luogo difficilmente confrontabile con altre realtà aziendali?

Anzitutto un luogo straordinario: il paesaggio che si apre ai nostri visitatori ha il potere di incantare anche gli ospiti più esigenti, che provengono dai luoghi più esclusivi del mondo. La storia, la cultura, l’architettura di questo posto accrescono notevolmente il suo fascino.
I nostri ospiti vengono accolti in una residenza diffusa che si articola tra il borghetto medioevale e le esclusive case coloniche: una formula che coniuga lifestyle di lusso e autentica esperienza di territorio. Il nostro vino, il nostro olio, ma anche carne, formaggi, verdure sono a conduzione biologica e nei nostri ristoranti la qualità della materia prima è messa al primo posto. Credo che questo mix sia alla base del piacere che la nostra clientela prova nel trascorrere il proprio tempo al Borro.

Il borgo del Borro ha 1000 anni di storia, ma la storia del Borro è in continua evoluzione: quali progetti avete per il futuro?

Ora che l’intervento principale di recupero e restauro è praticamente completato, per il futuro stiamo pensando alla ristrutturazione di altre ville, per ampliare la ricettività della tenuta. Abbiamo poi progetti di espansione della ristorazione. Oggi Il Borro Tuscan Bistrot è presente all’estero a Dubai, a Londra, in Grecia; abbiamo sperimentato che la nostra filosofia farm-to-table è oggi di grande interesse e vorremmo valorizzarla ulteriormente.

Come si coniuga la formula di un’hospitality di lusso con una scelta altrettanto netta e consapevole di sostenibilità ambientale?

Muoversi nel rispetto del territorio e dell’ambiente non è affatto semplice; richiede molta attenzione e impegni economici non indifferenti. Non c’è contraddizione tra lusso e rispetto dell’ambiente: al contrario, l’impegno di affrontare investimenti per la tutela dell’ambiente è nel nostro caso strettamente legato allo standard di lusso che abbiamo voluto creare qui al Borro.

I nostri clienti, espressione di un mondo che richiede grande qualità, grande attenzione al territorio, ne sono assolutamente consapevoli. Siamo certificati da Suolo e Salute dal 2015: le nostre verdure prodotte in conduzione biologica hanno un altro sapore e i nostri ristoranti le valorizzano al meglio.
Abbiamo inoltre impianti fotovoltaici che producono energia pari a 3 volte quella che consumiamo: anche in questo caso, i nostri ospiti, che sono sempre più attenti alla tutela della nostra terra, sanno perfettamente che la nostra azienda si qualifica come negative carbon footprint: potersi concedere di rispettare il nostro ambiente oggi, per certi aspetti, è senz’altro un lusso.