Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un frequente cambiamento delle dinamiche e delle prospettive sul mercato vinicolo globale. Numerosi sono stati i mutamenti così come le strategie da reinventare. La figura strategica che ha permesso di intercettare questi cambiamenti è stata sicuramente quella dell’export manager, che da sempre abituato a presidiare i mercati tramite l’esperienza diretta, ha svolto un ruolo di fondamentale importanza anche in questi ultimi difficili mesi. 

Per intercettare al meglio l’andamento dei mercati ed avere un’esperienza diretta delle strategie attuate dalle cantine italiane per far fronte alla difficoltà dettate dalla pandemia, Wine Meridian, in collaborazione con UniExport Manager, hanno avviato il progetto Audiwine. Un questionario sottoposto a numerosi export manager del vino, volto a comprendere le difficoltà e le strategie che queste figure hanno attuato per reinventare il loro lavoro e mantenere vivo l’interesse del mercato. 

Vi proponiamo di seguito quanto emerso dai risultati inerenti al mese di febbraio

Un inizio anno sicuramente a rilento, come era purtroppo prevedibile, ma con dati rassicuranti che prospettano una maggior apertura per i mesi a seguire

Durante il mese di febbraio, pertanto , si è notata una variazione verso il basso del quantitativo di ordini richiesti dai clienti con una percentuale del 52%. Inoltre, il 44% degli export manager intervistati ci hanno rivelato che hanno denotato una variazione al ribasso del prezzo medio ricercato dai clienti. 

Tuttavia, nonostante a inizio anno siano stati tanti i dubbi e le incertezze riscontrate dagli export manager del vino, nel mese di febbraio si è visto un considerevole aumento nel desiderio di intrattenere nuove relazioni con gli operatori internazionali. Tant’è che circa il 96% degli intervistati ha confessato di aver contattato nuovi potenziali acquirenti ed il 50% è riuscito ad avere un riscontro positivo attivando nuovi clienti nel mese di febbraio. 

Questa azione proattiva ha sicuramente giovato sulle vendite aziendali in quanto rispetto al mese precedente, il 52% del panel ha dichiarato di aver aumentato la propria attività in termini di entrate lorde ed ore fatturate. Ne hanno giovato, inoltre , anche i volumi di vendita con un incremento, rispetto a gennaio del 64%.

Le aree del mondo che si sono dimostrate più interessate al vino italiano sono state la Scandinavia, l’Europa Centrale, il Continente asiatico (esclusa Cina) e la Cina. Sarà pertanto molto importante monitorare anche nei mesi a seguire l’andamento di questi mercati per sfruttare efficacemente l’interesse verso i vini italiani e le opportunità che ne derivano. 

Il desiderio di perpetuare nella creazione costante di network e relazioni, si è dimostrato possibile soprattutto grazie al digital. Il 44% degli intervistati ha infatti dichiarato di aver partecipato ad eventi online b2b. A causa della chiusura e del posticipo di numerosi eventi e fiere in presenza, l’online si è dimostrato un valido supporto per incrementare le vendite e per l’opportunità di instaurare nuovi rapporti commerciali, anche su mercati prima inesplorati. 

Gli incontri b2b digital, inoltre, si riveleranno particolarmente strategici anche per il 96% gli export manager che non hanno effettuato trasferte all’estero nel mese di febbraio e per l’84% che non ha in previsione di spostarsi oltre confine nei prossimi tre mesi. 

I dati sopra riportati sono la chiara dimostrazione che nonostante un inizio 2021 ancora incerto sotto numerosi aspetti, il mercato del vino globale ha ancora molte prospettive e opportunità di crescita e che reinventare la ricerca di nuove opportunità di business, apporta sicuramente risultati positivi non solo in termini di flussi finanziari ma anche maggior coinvolgimento nella filiera del vino globale. 

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