I vini italiani e il Regno Unito. I prodotti delle nostre vigne sono apprezzati ormai da tempo dagli inglesi, anche se, la promozione non � ancora abbastanza. E, come nel detto “l’unione fa la forza”, i produttori che condividono, oltre alla terra, anche le stesse idee, dovrebbero darsi una mano per migliorare la diffusione dei propri prodotti. � quanto ha affermato Peter McCombie, neozelandese di nascita e inglese d’adozione, Master of Wine e consulente del settore vinicolo, soprattutto per hotel e ristoranti, e allo stesso tempo comunicatore e formatore, Wine & Spirit Education Trust Accredited Tutor. Peter ha spiegato a Michele Shah, che lo ha intervistato, quali sono le regioni del vino pi� apprezzate nel panorama vinicolo del Regno Unito e ha dato qualche consiglio sulla promozione dei prodotti vinicoli Made in Italy.

Quali vini si vendono meglio in UK?
Sono sempre i classici ad essere i pi� apprezzati. Al primo posto troviamo il Barolo e il Brunello, seguiti dal Chianti. In termini di grandi volumi e prezzi bassi, i vini rossi della Puglia, etichettati e DOC, sono i primi, seguiti dai vini siciliani, soprattutto i rossi, senza dimenticare Prosecco e Pinot Grigio.

Quali sono le variet� preferite nel mercato?
Senza dubbio, il Pinot Grigio � quello pi� gradito. Ma vista la grande diversit� dei vini italiani � difficile stabilire quali siano le variet� maggiormente apprezzate. Ad ogni modo, hanno successo il Nero d’Avola, il Barbera, il Sangiovese, il Primitivo e il Montepulciano.

Quale fascia di prezzo vende meglio?
Le ultime statistiche della Nielsen mostrano che in media il prezzo a litro, e non a bottiglia, � di �7,18. L�Italia raggiunge un prezzo medio di �4,96 per bottiglia, tra i vini italiani il Pinot Grigio sembra ricoprire una fascia di prezzo rispettabile, si parla di �5,17. � interessante, invece, scoprire che il Sauvignon Blanc italiano riporta un prezzo come �6,00, mentre quello proveniente dalla Nuova Zelanda raggiunge la cifra di �7,11, la pi� alta tra tutti i Paesi. Bisogna ricordarsi, per�, che l�accisa supera le �2 per bottiglia e non lascia molto spazio per il vino di qualit�.

In base alla Sua esperienza nel mondo delle degustazioni e della promozione cosa manca?
A parte i grandi nomi, alcune volte sono stato coinvolto in degustazioni e masterclass di organizzazioni meno conosciute, che hanno avuto un discreto successo, ma purtroppo rimangono eventi ad hoc e sporadici, quando invece sono un�occasione interessante di contatto con produttori meno conosciuti. Al fine di avere un maggiore effetto, dovrebbero essere pi� innovativi e pi� regolari. Ma anche ICE, Borsa Vini Italiani e altre associazioni hanno creato eventi in cui ho avuto la sensazione che le liste di partecipanti fossero limitate ai soliti personaggi. Penso che questi eventi potrebbero essere pi� efficaci se venisse dedicato a loro pi� spazio e si aggiornassero pi� spesso le liste dei partecipanti.

Quale � il modo migliore per promuovere il vino italiano nel mercato del suo Paese?
Per promuovere meglio i prodotti vinicoli Made in Italy, i produttori dovrebbero avere maggiore visibilit�. Alcuni importatori hanno fatto un buon lavoro organizzando degustazioni a cui hanno preso parte anche piccoli produttori dedicati ad una piccola audience commerciale.Inoltre, dovrebbero essere organizzate altre attivit� non solo a Londra, ma anche nelle citt� e nelle regioni lontane dalla capitale. Cos� aumentano le possibilit� di avere un impatto maggiore.

In base alla Sua esperienza personale, cosa suggerirebbe ai produttori italiani per promuovere i propri prodotti?
Credo che i singoli produttori debbano pensare a come poter lavorare in modo produttivo con il proprio importatore. Non parlo solo di Consorzi o di gruppi generici, ma anche di produttori della stessa zona con gli stessi interessi e lo stesso modo di pensare. � un approccio che pu� portare buoni frutti. L�unione fa la forza!