Come riportato da Adnkronos in Cina l’ultimo bilancio delle autorità sanitarie sull’epidemia di coronavirus registra zero vittime, nessun contagio locale e 32 casi importati.
Wuhan ha revocato le ultime restrizioni dopo oltre due mesi e mezzo di lockdown, sono ripresi i voli, si potrà uscire dalla città in auto ed i treni hanno ripreso a viaggiare.
In questo contesto che sembra aprire uno spiraglio di luce nelle tenebre della pandemia,
le parole di Sandro Bottega, presidente di Bottega Spa, sono utili per capire come poter gradualmente uscire dall’emergenza economica in cui versa l’intero “sistema Italia”.

“E’ con le lacrime agli occhi che ho detto al mio personale che – anche se rientriamo tra le industrie strategiche – chiuderemo l’azienda il 15 aprile: poi non avremo più nulla da produrre, tutti gli ordini cancellati e i pagamenti spostati a chissà quando: 50 anni di lavoro partendo dal nulla, il 2° marchio nel mondo di spumanti, una dei simboli dei vini italiani, 300 persone laboriose che rimarranno a casa, 16 milioni di bottiglie prodotte ogni anno, vendute nei migliori locali del mondo, 80 milioni di fatturato: Senza produrre nulla, la nostra azienda ha costi per oltre 800.000 euro al mese”.

Questo è un estratto della lettera che Sandro Bottega ha inviato il 28 marzo scorso ai maggiori quotidiani italiani, suscitando reazioni contrastanti, apprezzamenti ma anche molte critiche.
Nella lettera, Bottega ha esortato a negoziare con il governo cinese per condizioni speciali di importazione con l’obiettivo di compensare le perdite economiche subite dall’Italia a causa dell’epidemia di Covid-19.

Le parole di Sandro Bottega hanno sollevato anche il problema della responsabilità del Governo cinese: “abbiamo il massimo rispetto per cinesi e per la loro cultura, ma nessuno può esimersi dalle proprie responsabilità…è al loro interno che i cinesi non hanno rispettato le norme igieniche, che non hanno lanciato l’allarme (anzi hanno censurato il medico Li Wenliang che aveva dato l’allarme); sono loro che non rispettano uomini, animali e ambiente, che hanno condizioni igieniche e di lavoro che non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelle del mondo occidentale”.

L’imprenditore trevigiano ha inoltre suggerito delle azioni da negoziare con il governo cinese: togliere, o ridurre fortemente, i dazi sui prodotti italiani, semplificare le procedure per le importazioni, stendere degli accordi con la distribuzione cinese per ampliare la gamma dei prodotti made in Italy, in modo tale che possano trovare sbocco in quel mercato dato che l’occidente è tutto bloccato.

Le opinioni di Bottega hanno rapidamente scatenato le reazioni cinesi. Alcuni utenti del web si sono sentiti offesi ed hanno dichiarato che boicotteranno tutti i prodotti dell’azienda.
L’importatore cinese del marchio, Telford, ha tolto Bottega dal suo portafoglio e i vini non si trovano più su alcune grandi piattaforme e-commerce cinesi come JD.com.

In risposta alle polemiche, Sandro Bottega ha voluto dare un seguito alla prima lettera inviata ai quotidiani: “la mia lettera pubblicata lo scorso 28 marzo ha urtato la sensibilità degli amici cinesi. Non era mia intenzione offendere un grande paese e un popolo che ha alle spalle una cultura millenaria…sono stato in Cina diverse volte, sono stato in luoghi diversi che ho apprezzato per la bellezza, la cultura, l’energia, la laboriosità. Amo la Cina profondamente, ho molti amici cinesi…la pandemia non è stata generata da una colpa.
Bottega sottolinea ulteriormente di essere amareggiato per essere stato frainteso: “Era una richiesta di aiuto. Rendere più facile il commercio aiuterà a rendere disponibili prodotti di qualità per un maggior numero di persone, aumentandone il benessere. Mi dispiace nel profondo di essere stato frainteso. Mai e poi mai avrei voluto che le mie parole fossero state interpretate come un insulto al popolo e alla cultura cinese. Noi stessi abbiamo donato a China Duty Free e a Telford 3.000 mascherine quando erano difficilmente reperibili in Cina. Apprezzo la nostra relazione di amicizia e per questo oggi ho sentito il dovere di rilasciare, come chiarimento, una nuova comunicazione stampa in Italia e in Cina. Sono sicuro che i miei amici in Cina trasmetteranno questo mio messaggio, ispirato alla necessità di cooperazione e di supporto in un momento difficile con l’obiettivo di costruire insieme un domani migliore”.