Si sta accreditando, in questi anni, come uno dei Report più autorevoli e credibili quello della Silicon Valley Bank (una delle Banche americane maggiormente focalizzate sul supporto alle imprese vitivinicole con una specifica wine division nata nel 1994), relativo alle previsioni delle condizioni del mercato del vino negli Usa, che è bene ricordarlo è il primo al mondo.
Previsioni che per il 2017 appaiono decisamente confortanti sul piano delle vendite di vino che, secondo SVB, dovrebbero confermare ulteriormente il processo di “premiumisation” del mercato in atto da alcuni anni.
Secondo le previsioni, infatti, si dovrebbe registrare una crescita tra il 10 e il 14% delle vendite di vini del segmento premium (con un aumento in questo ambito tra il 9-13% rispetto al 2016). Complessivamente per l’intera industria del vino negli Usa si prevede un incremento delle vendite tra il 4 e il 6% in valore del 2-3% in volume. Ma si tratta di crescite che sono ascrivibili solo alle categorie sopra i 9 dollari (sotto questa soglia, infatti, come sottolinea il Report SVB sarà sempre più una guerra all’ultimo centesimo).
E andando a guardare le previsioni in relazione ai segmenti di prezzo SVB evidenzia i seguenti aspetti:
– per i vini sotto i 9 dollari proseguirà la battaglia sui prezzi e c’è da aspettarsi ulteriori cali dei prezzi per i vini imbottigliati in vetro;
– per i vini tra i 12 e i 25 dollari è prevista una crescita della domanda e un limitato incremento dei prezzi sarà possibile;
– per i vini venduti tra i 35 e i 75 dollari sarà difficile prevedere incrementi se non vi saranno politiche di supporto all’economia complessiva del Paese;
– per i luxury wines che hanno costruito nel tempo una propria specifica reputazione non vi saranno problemi nel mantenere i livelli di vendita e guadagnare piccoli incrementi di prezzo.
Ma il Report di SVB affronta anche il tema dell’evoluzione dei consumi di vino negli Usa evidenziando come quest’anno si dovrebbe registrare un seppur lieve aumento dei consumi pro-capite anche se con notevoli diversificazioni all’interno delle categorie di consumatori.
I millennials (la generazione tra i 18 e i 35 anni), infatti, stanno bevendo meno rispetto ai baby boomers (i nati tra il 1945 e il 1965), ma la prevista crescita economica prevista per il 2017 dovrebbe compensare questo gap e quindi favore un leggero aumento del consumo pro capite.
Ma è indubbio che l’evoluzione delle diverse generazioni negli Usa avrà sempre più un’influenza sul mercato del vino Usa. Basti pensare che nel 2021 la cosiddetta Generazione X (rappresentata dai nati tra il 1965 e il 1980) supererà i baby boomers e diventerà così la coorte più grande del consumo di vino negli Usa. Ma nel 2026 la Gen X sarà superata dai Millennials anche se saranno comunque ancora i baby boomers a mantenere il consumo pro-capite più elevato.
In un modo o in un altro saranno comunque i Millennials a condizionare fortemente il mercato del vino negli Usa e, secondo le previsioni SVB, soprattutto nella fascia più bassa de prezzi, quella tra gli 8 e gli 11,99 dollari, in particolare nella categoria dei blend rossi, inizialmente, e poi, via via che miglioreranno le capacità di spesa verso i i vini varietali e quelli importati.
Interessante l’analisi di SVB sul fronte delle vendite di vino sul canale della ristorazione (che anche secondo gli esperti della Silicon Valley Bank, rimane un canale molto difficile da esplorare e decifrare) che da circa un decennio, con una forte accelerazione negli ultimi 3 anni, evidenzia un netto declino. La quota di mercato delle vendite di vino nei ristoranti negli Usa, infatti, era del 31% nel 2014, è scesa al 19% nel 2015 e al 16% lo scorso anno.
SVB stima per il 2017 nei ristoranti una leggera crescita dell’1% in valore e del 2% in valore. L’unica tipologia che sembra poter incontrare una buona crescita nella ristorazione nel 2017 è quella dei varietali rossi e blend sopra i 25 dollari.