Territorialit�, esperienza e sostenibilit�. Sono queste le parole d�ordine per il comparto vinicolo italiano secondo la nuova consumer survey realizzata da Nomisma-Wine Monitor che ha analizzato i comportamenti di consumo di vino in un campione rappresentativo della popolazione italiana over 18 tra canali di acquisto, motivazioni, prezzi e criteri di scelta. Secondo l�indagine, presentata oggi a Vinitaly dall�Istituto Marchigiano di Tutela Vini – IMT, per i consumatori sono i vini da vitigni autoctoni i protagonisti indiscussi del futuro enologico italiano, identificati dal 39% degli intervistati come trend di consumo dominante. Tra questi, spunta la sfida di popolarit� dei bianchi il Verdicchio, l�autoctono marchigiano conosciuto dal 77% dei rispondenti, tallonato dal Vermentino (76%) e seguito a distanza da Vernaccia (67%), il Tocai Friulano (66%) e la Falanghina (62%). Una vittoria, quella dei vini identitari, sottolineata anche dall�importanza della territorialit� nei criteri di scelta del vino. Stando ai dati dello studio, infatti, il 36% dei consumatori si orienta nell�acquisto principalmente in base alla provenienza dei vini, prestando attenzione alla specifica regione di produzione (26%) e alla nazionalit� (10%). E mentre 1 italiano su 5 si dichiara disposto a esplorare nuovi territori e vini grazie a promozioni che strizzano l�occhio al portafoglio, il passaparola rimane la migliore arma di diffusione di massa. Nella fase di ricerca delle informazioni, per il 34% del campione il consiglio di amici e familiari � pi� convincente di sommelier (7%) e media specializzati (9%), che registrano il netto sorpasso del web sul cartaceo (rispettivamente 6% e 3%). Si afferma quindi l�importanza dell�esperienza, quella raccontata o vissuta direttamente attraverso degustazioni al ristorante (importanti per il 13%) ed eventi fieristici dedicati (7%).

Sono 44 milioni le persone (l�80% dei 18-65enni) che, nel corso del 2015, hanno consumato vino in Italia, con il 50% che lo beve almeno 2-3 volte a settimana e il 65% che ne assume pi� di 2 bicchieri ogni 7 giorni. Il consumo si rivela essere direttamente proporzionale all�et�, con il 64% dei �Baby boomers� (51-69 anni) che beve regolarmente pi� volte alla settimana, contro il 50% della �Generazione X� (36-50enni) e appena il 38% dei pi� giovani �Millennials�, che per� risultano essere i maggiori consumatori di sparkling. Stappato prevalentemente in casa (64%) e al ristorante (17%), resta forte il legame con la cucina, tant�� che il 20% degli intervistati suggerisce alla pubblicit� di puntare sugli abbinamenti enogastronomici. Ma � una tavola sempre pi� verde quella degli italiani, che vedono il vino del futuro orientarsi verso marchi biologici (20%), vini carbon neutral (9%), packaging eco-sostenibili (5%) e vini vegani (4%).