Grande emozione per la prima tappa del nostro Wine Meridian Canada Tour che ancora una volta ha preso il via da Vancouver, la capitale della British Columbia. “La provincia più dinamica in termini di evoluzione dei consumi” ha spiegato Michaela Morris, che oggi si può considerare il più autorevole ambasciatore dei vini italiani in Canada, ai 15 produttori italiani presenti all’evento “e, soprattutto, l’area canadese con la maggiore curiosità nei confronti dei vini italiani, anche quelli meno noti”. Non può, quindi, meravigliare che l’Italia rappresenti il principale paese esportatore in questa provincia e da tempo ha superato competitor storici come l’Australia o la Francia.
Ma quello che più rende ottimisti è il clima che si respira qui attorno ai vini italiani. “I nostri corsi dedicati alla vitienologia italiana segnano sempre il tutto esaurito” ci spiega Mark Shipway, coordinatore del programma Wset in British Columbia “e l’interesse nei confronti dei vostri vini cresce di anno in anno”. E quello che dà maggior soddisfazione è che questo interesse non si “limita” ai soliti noti ma di anno in anno si allarga anche alle denominazioni meno note. “E’ sempre più frequente anche tra i nostri studenti (in gran parte sommelier dei migliori ristoranti di Vancouver)” prosegue Mark ” trovare coloro che conoscono anche vini meno famosi come lo Schioppettino o il Perricone e soprattutto che manifestano una crescente curiosità. Curiosità che si traduce anche nelle carte dei vini che sono sempre più assortite”.
Sulla stessa lunghezza d’onda di Mark Shipway anche Grace Li, presidente di World Wine Sinergy, una importante agenzia di importazione privata in British Columbia. “Sono stata la prima agenzia” ci racconta Grace “ad importare vini dal Lazio. Sembrava una scommessa difficile ed invece non solo l’abbiamo vinta ma siamo oggi alla continua ricerca di prodotti meno noti per soddisfare i nostri clienti. E’ chiaro che sono vini che necessitano una maggiore attività di educazione e di formazione ma sono anche quelli che possono regalare grandi soddisfazioni in futuro”.
Tutte rose e fiori in British Columbia? Ovviamente no, anche qui la concorrenza internazionale (a partire da quella dei vini domestici) si fa sentire. “Siete forti ma non dovete smettere di farvi conoscere sempre meglio” sottolinea Michaela Morris “anche attraverso lo strumento della formazione. Per fortuna anche in British Columbia è in atto un importante processo di “premiumisation” del mercato con aumento delle vendite dei vini sopra i 20 dollari, ma si tratta pur sempre di una fascia molto affollata”.
La ricetta per essere vincenti in BC prova a darla Brent Shaw, account manager di Beverage Concept International Network, un’altra importante agenzia di importazione privata. “Selezionare una agenzia adeguata rispetto alle proprie ambizioni” evidenzia Brent “e accompagnarla nell’affermazione del proprio brand sul mercato. E soprattutto avere pazienza. Siamo in crescita, è vero, ma non siamo in tanti e soprattutto le giovani generazioni devono essere ancora educate per fargli percepire il valore del vino di qualità”.
Sono le 16 qui al Brix & Mortar di Vancouver, l’evento dovrebbe essere già finito da un’ora ma nessuno sembra aver voglia di lasciare i nostri vini italiani.
Produttori ed export manager proseguono i loro colloqui con agenti e operatori del trade, speriamo siano proficui.
Domani si parte per l’Alberta.
Le aziende partecipanti: Cantina di Custoza, Cantine Paolo Leo, Caruso e Minini, Cascina Boschetti Gomba, Cascina Brettarossa, Corte Moschina, Terredora Di Paolo, Wine Company, Bruni, Fattoria Mantellassi, Massi Mandorlaia, Poggio Nibbiale, Poggio Trevvalle, Santa Lucia, Val di Toro.