Un quartiere espositivo al completo, crocevia internazionale delle tendenze e del business per 4.400 aziende da 19 nazioni. Torna in presenza, dopo due anni di stop forzato, l’edizione più attesa di Vinitaly, a Veronafiere dal 10 al 13 aprile. E lo fa, per la rassegna numero 54 presentata oggi a Roma, incrementando ulteriormente il proprio posizionamento sui principali mercati della domanda di vino italiano, a partire da quelli più maturi fino agli emergenti. Infatti, i top buyer da 50 Paesi già accreditati a Vinitaly sfiorano quota 700, con in testa la delegazione dal Nord America. Una mappa, quella prevista dell’ingente piano di incoming realizzato dalla SpA veronese e da Ice Agenzia, che copre le aree più strategiche dall’Atlantico al Pacifico fino all’Europa e, da quest’anno, anche all’Africa; una campagna che nel corso dei mesi ha dovuto tener conto sia dell’evoluzione sanitaria che dell’inaspettato scenario geopolitico.

Servizi, incoming, digitale: il piano del nuovo Vinitaly per favorire il business in fiera e la cultura del vino in città

Crescita internazionale e perfezionamento qualitativo dei buyer, ulteriore riduzione selettiva di wine lover in fiera, maggior diffusione degli strumenti online in favore del b2b, miglior adeguamento dei servizi logistici della città che resta – a detta degli espositori – valore aggiunto imprescindibile per la manifestazione. È una sorta di piano industriale a tutto business quello che Vinitaly si appresta a varare in parte già dalla prossima edizione; una svolta “pro” dell’evento clou del vino italiano generata anche dall’ascolto di centinaia di imprese espositrici messa a punto in 2 anni di lavoro dal management della Spa scaligera con la consulenza di Roland Berger.Lo stop forzato ci ha permesso di inquadrare nel migliore dei modi lo scenario evolutivo di Vinitaly – ha detto il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani –. Lo abbiamo voluto fare anche attraverso la condivisione e l’ascolto dei nostri partner storici: le aziende, i consorzi e le organizzazioni del settore. Il risultato, dopo il test della Special edition di ottobre scorso, è un giro di boa – ha proseguito Mantovani – che avvieremo tra 10 giorni e completeremo nel biennio successivo, con un Vinitaly fortemente rafforzato nelle aree a maggior tasso di sviluppo potenziale. Secondo l’indagine commissionata, tra i principali punti di forza della manifestazione – conclude il direttore generale – emerge quello relativo alla presenza di buyer esteri (76%) e nazionali (53%)”.

Oss. Vinitaly-Nomisma Wine Monitor: 9 italiani su 10 consumano vino, in crescita sul precovid. Aumenta platea giovani (responsabili), vino rosso simbolo dei baby boomers, slancio dei mixati

Come prima, più di prima: il gradimento degli italiani per il vino rimane altissimo, ancora più alto rispetto all’ultimo periodo pre-Covid. Nell’ultimo anno l’89% degli italiani ha infatti bevuto vino – dato in crescita rispetto a tre anni fa – per effetto soprattutto di un’impennata della platea di giovani maggiorenni, protagonisti di un approccio moderato e consapevole. Lo dice l’ultima indagine “Gli italiani e il vino”, presentata oggi a Roma alla conferenza stampa della 54ª edizione di Vinitaly dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, che ha voluto confrontare il rapporto tra gli italiani e il vino con un sondaggio molto simile a quello realizzato nel 2019.