I nostri lettori conoscono bene il nostro mantra: crediamo fermamente nell’importanza della capacità di distinguersi, di raccontare una storia imprenditoriale unica e coerente con i propri valori identitari.
Conoscendo Stefano Di Nisio e Maria Kalafati abbiamo trovato pane per i nostri denti.
Il loro progetto, come amano raccontare, è nato sull’isola di Creta, osservando le anziane donne del luogo sgranare l’uva sultanina: da questa immagine ha preso corpo l’idea imprenditoriale di produrre un vino da uve raccolte rigorosamente a mano, con la tecnica del three finger destemming, messa a punto nel 2016 e che dal 2020 ha dato vita a un prodotto che professa, in tutte le sue angolature, la propria voglia di unicità.
Il nome Atomos richiama l’antichità e rende omaggio alla Grecia, terra natale di Maria, ma va molto oltre: intende rappresentare l’unità fondamentale del vino, la più piccola e indivisibile parte della materia uva, almeno fintanto che qualcuno si prenderà la briga di isolare, in un chicco d’uva, elettroni, neutroni e protoni.
Ed è dalla somma di singoli acini, vendemmiati sulle colline di Bucchianico, selezionati a mano grazie ai recettori presenti sui polpastrelli delle dita, che in cantina prendono vita, grazie al lavoro dell’enologo Giovanni Basso, le etichette di White e di Red, rispettivamente Trebbiano e Montepulciano, che costituiscono la particolarissima gamma di Atomos.
La voglia di distinguersi si conferma a partire dall’originale packaging della bottiglia, 1000 ml di capacità, dalla singolare forma slanciata ed elegante, che richiama, con una futuristica rilettura, i pilastri di un antico tempio greco, morbidamente avvolta in una sacca di alcantara color ocra, fino ad arrivare alla purezza organolettica che si ritrova nel bicchiere, espressione di quei pochi acini che hanno superato la rigida selezione dei recettori sensoriali della pelle.
Solo alcune centinaia le bottiglie prodotte, per un vino che non ambisce principalmente ad accompagnare il buon cibo, ma esige tempo e attenzione, per essere degustato anche e soprattutto in modalità standout, da solo, alla ricerca dei più autentici e integrali caratteri del vitigno.
In redazione abbiamo avuto il grande piacere di brindare tutti insieme al Natale e al nuovo anno degustando il Red 2019, Montepulciano di Atomos, apprezzarne, accanto alla bella fruttuosità, la speziatura e le intriganti note di macchia mediterranea; abbiamo scoperto, raccontato tra noi e condiviso, l’originale messaggio che questa bottiglia cult porta con sè: unicità nello story telling, nel packaging e nella tecnica produttiva.
Siamo più che convinti che il vino italiano abbia bisogno, per essere premiumizzato fuori confine, anche di discontinuità nel paesaggio, e Atomos promette uno scorcio sicuramente unico.
Alle porte di un anno che ci auguriamo permetta finalmente un cambio di scenario, rispetto ai pronostici incerti e alle altalenanti vicende che hanno caratterizzato gli ultimi 24 mesi, auguriamo a Stefano e Maria, portatori di questa originale e suggestiva vision, di continuare ad incuriosire e sorprendere i mercati di tutto il mondo.