Abbiamo intervistato Fabio Zenato, titolare di Le Morette:

Sostenibilità è un termine ampio e spesso abusato, quali sono i risvolti pratici e che significato ha questo approccio per voi?
Le nostre scelte sostenibili partono dalla volontà di difendere, valorizzare e tutelare la biodiversità ed il territorio circostante, che rappresentano il patrimonio ambientale che ci garantisce qualità, unicità e valore. La nostra azienda prende infatti il nome dalla moretta, una specie di germano reale che raggiunge i 40 cm ed è in grado di immergersi fino a 5 o 6 metri di profondità. Le morette svernano nel piccolo lago del Frassino, bacino idrico censito fra le aree naturalistiche protette dall’Unione Europea e situato nei pressi della nostra azienda che ospita 160 specie di uccelli acquatici.
Questo luogo ricco di fauna e flora è una grande risorsa per la nostra azienda e uno dei nostri obiettivi di sostenibilità ambientale è quello di preservare gli habitat peculiari che sussistono nella nostra zona di produzione.
Come è noto, le scelte che si operano nella viticoltura sostenibile spesso prevedono un maggiore impegno di ore lavoro in vigna ed escludono o permettono di ridurre in modo consistente gli interventi fitosanitari. Un esempio su tutti è l’applicazione della confusione sessuale per la tignola, rispetto all’impiego degli insetticidi, che comporta l’applicazione degli erogatori (1 ogni 7/8 viti) e la loro rimozione a fine stagione vegetativa. Scelte che spesso hanno un peso economico più importante rispetto all’agricoltura convenzionale, ma garantiscono un grande beneficio ambientale per il territorio in cui si vive e lavora ogni giorno. Pertanto le scelte di sostenibiità devono sempre tenere conto degli aspetti economici afferenti ai costi di produzione.
Per favorire un approccio sostenibile in vigna, il valore della denominazione e la qualità delle produzioni sono fondamentali. Valorizzare questi due aspetti significa dare ai propri prodotti un plusvalore sul mercato che permette alle aziende di investire sulla sostenibilità ambientale e sociale in modo consapevole.

Solidarietà e sostenibilità sociale, ci può raccontare l’esperienza con gli autisti della Peschiera Viaggi Srl?
È stata una grande esperienza di valore umano.
Per noi si è trattato di una scommessa per tamponare la mancanza di lavoratori e per Peschiera Viaggi Srl è stata una grande esperienza di unione e condivisione umana.
Mancavano i rapporti tra i collaboratori ed il datore di lavoro ed è per questo che anche il datore si è messo in campo per lavorare. Il fatto che si sia messo in gioco anche il datore per noi è stato fondamentale, in questo modo il gruppo ha avuto la capacità di essere autonomo nel coordinamento e nell’operatività.
Potevamo optare per altre scelte ma si è voluto dare priorità alla solidarietà rispetto al puro calcolo economico, pur con la consapevolezza di procedere un po’ a rilento per evidenti motivi di sicurezza, requisiti di formazione e capacità operative del personale di Peschiera Viaggi. Se ci fossimo concentrati esclusivamente sull’aspetto economico questa scelta non sarebbe stata compiuta, la scelta è stata puramente qualitativa.

La carenza di manodopera è ancora un problema ora che si parla di ripartenza?
No, con giugno la situazione ha ripreso una direzione accettabile, i lavoratori dell’Est Europa sono potuti rientrare e ci auguriamo che tutto continui a funzionare anche durante il periodo della raccolta.

La digitalizzazione e l’e-commerce stanno crescendo molto, che strategie avete adottato di fronte a questi cambiamenti?
Noi eravamo già attivi nella vendita online ma in modo piuttosto marginale. Abbiamo constatato incrementi che hanno garantito una piccola continuità soprattutto grazie a nuovi clienti online che io credo, una volta fidelizzati, continueranno ad usare questi strumenti digitali. L’e-commerce è trasversale, può essere utilizzato da un pubblico ampio e si è rivelato comodo non soltanto per chi ordina da molto lontano ma anche per utenti che abitano nelle zone limitrofe alla nostra azienda.

Per quanto riguarda l’export state registrando una ripresa o la situazione è ancora bloccata?
Dopo il blocco di aprile e maggio, il mese di giugno ha fatto registrare un cambio di passo. Si stanno vedendo segnali di ripresa interessanti e c’è da augurarsi che questa tendenza prosegua in luglio.
Questa ripresa però può essere dovuta al fatto che sono terminate le scorte, bisogna augurarsi che i nuovi ordini abbiano effettivamente degli sbocchi nei canali di consumo.
Qualche mercato estero, visto che probabilmente si consoliderà un turismo domestico, sta dando segnali di opportunità, bisognerà vedere quali saranno i canali che cresceranno maggiormente. Ci sono molte situazioni fragili che sono in bilico, il vino viene spedito ma se poi non esce dai magazzini si tratta comunque di un problema. Le vendite a spot non significano una ripresa reale.

Positività, condivisione e tenacia sono aspetti imprescindibili per superare questo periodo difficile. C’è qualche aspetto positivo o qualche insegnamento che secondo lei si può trarre da questa esperienza?
Il pensiero più forte va a coloro che hanno perso la vita e a tutti quelli che hanno sofferto per questa pandemia. Noi parliamo di aspetti economici ma il primo pensiero deve andare a loro.
Lo smart working e le videoconferenze potranno essere utilizzate anche dopo che avremo superato la pandemia, sia per ottimizzare i costi, sia per coinvolgere persone che non erano abituate a queste procedure. Abbiamo sviluppato capacità e strumenti che non erano stati previsti, ad esempio abbiamo organizzato video-tasting in collegamento con gli Stati Uniti.