Schietto, deciso e pieno di idee e spunti interessanti. È una vera soddisfazione chiacchierare con Gigi Rizzi, proprietario dell’azienda veronese Seiterre. Lo abbiamo incontrato per la presentazione della collezione a lui dedicata, la Gigi Rizzi Collection. Lui, che si sente più un contadino, che un commerciante di vino, ci racconta come questa collezione di vini sia un punto di riflessione e di svolta sul suo percorso nel mondo del vino, che è iniziato quando era poco più che bambino.
Come è nata la Gigi Rizzi Collection?
La Gigi Rizzi Collection è appunto una collezione limited edition che nasce dal desiderio di coronare una vita dedicata alle vigne e alla cantina. Ho 65 anni e guardando indietro vedo quanto tempo ho dedicato al vino: mezzo secolo tra vigneti e cantina. Sono cresciuto in una famiglia dove tutti eravamo quotidianamente impegnati in questa attività: io stesso fin da bambino contribuivo a riempire le taniche e le botti di vino sfuso che i miei genitori vendevano ai clienti. Così mi piaceva l’idea di lasciare un’eredità. È un pò come se con questa collezione io dicessi: “Secondo me il vino si fa così: questa è la mia firma”.
Da quanti vini è composta questa collezione?
Lo slogan di Seiterre è “Dalla terra alla tavola”. Così come la nostra azienda abbraccia sei territori diversi ad alta vocazione vinicola, allo stesso modo questa collezione porterà sulle tavole sei vini, ognuno rappresentativo di un territorio. Al momento ne abbiamo lanciati tre: un Lugana Superiore, un Sangiovese ed un Vermentino della Maremma.
Ci può raccontare questi tre primi vini?
Il Lugana, lanciato nell’estate 2021, è rappresentativo del territorio in cui si trova una delle nostre prime cantine, in Veneto a ridosso del Lago di Garda, ed è uno dei vini del momento, sta riscuotendo grande interesse da parte di pubblico e critica. Questo Lugana ha vinto infatti la Medaglia d’oro Mundus Vini, Berliner, Grand Medaglia Oro Cpncours Bruxelles e Medaglia Argento Decanter.
Il nostro Sangiovese maremmano, lanciato nel dicembre 2021, è frutto di un matrimonio che abbiamo fatto con la Maremma, e precisamente con 200 ettari in provincia di Grosseto.
La Toscana è una terra generosa ed in Maremma l’ambiente climatico è molto favorevole alla coltivazione della vigna. Qui, però, abbiamo avuto molti problemi per la mancanza d’acqua e ci siamo ingegnati per portarla costruendo una condotta di 5 chilometri con l’aiuto di un geologo.
La Maremma è terra di rossi, ma in qualche maniera volevamo dimostrare che si potessero fare anche ottimi bianchi, anche da invecchiamento. Così è nato il terzo vino della linea: un Vermentino, che abbiamo da poco presentato durante il Vinitaly 2022, ed ha già avuto ottimi riscontri.
Quali saranno i prossimi tre vini, se si può sapere?
Posso svelare solo che il prossimo vino sarà un Dolcetto piemontese. È già in barrique e verrà lanciato molto presto. L’ho scelto semplicemente perché a me questo vino piace molto e rappresenta il quarto territorio dove abbiamo scelto di investire come azienda.
Qual è l’obiettivo di questa linea?
La Gigi Rizzi Collection nasce per elevare l’immagine della nostra azienda. Noi possediamo 36 wine shop in cui il core business è il vino sfuso, ciò non significa che non siamo in grado di produrre del buon vino. A fianco di un prodotto nazional-popolare come lo sfuso, che riesce ad essere un ottimo vino ugualmente ma ad un prezzo più basso perché i costi sono inferiori, abbiamo pensato ad una collezione che racchiuda il meglio di quello che sappiamo produrre.
Per questo motivo gli abbiamo dato un packaging elegante, che alterna il colore oro al nero. L’abbiamo chiamata Collection perché vuole richiamare l’idea di una collezione di opere d’arte. Perché per noi fare vino è un’arte. Il tutto si racchiude in una frase “La mia storia, la mia vita in un bicchiere di vino” (frase slogan della Collection e presente sulle confezioni).
Cosa ha imparato dal Covid-19?
Sicuramente abbiamo imparato che il consumatore finale deve continuare ad essere il nostro obiettivo. Durante la pandemia il fatto di avere dei wine shop dove i consumatori potevano venire direttamente ad acquistare, ci ha salvato da cali di fatturato importanti che purtroppo altre aziende hanno affrontato. Inoltre, abbiamo capito che il focus oggi deve diventare sempre di più il mercato estero. Come azienda abbiamo da poco iniziato un percorso in questo senso.