Abbiamo intervistato Giorgio Tinazzi, Direttore vendite di Cantine Tinazzi, con il quale abbiamo approfondito le caratteristiche, i mercati, le tendenze e le prospettive dei vini rosati.
Tinazzi ha puntato sui rosati veneti e su quelli pugliesi, ma quali sono i mercati di riferimento e le peculiarità che distinguono le due proposte?
I mercati di riferimento sono sia quello nazionale che europeo e siamo presenti con le nostre cantine sia in Veneto che in Puglia da dove nascono i nostri rosati. Per quanto riguarda il Veneto, il Chiaretto di Bardolino DOP “Campo delle Rose” ha un successo ormai pluriennale. Il Chiaretto proviene dalla vinificazione in rosa di uve prevalentemente corvina, è fresco, esile nella struttura, acido e profumato. Se guardiamo alla Puglia, nella produzione dell’azienda spicca il Negroamaro Rosato Salento IGP. Se il Chiaretto è figlio del lago, il Negroamaro Rosato lo è sicuramente del mare. Il Rosato è una delle espressioni più tradizionali del vitigno Negroamaro, vinificato in purezza, dal colore rosa corallo è un vino fresco e sapido, dotato di un ottimo equilibrio e una piacevole morbidezza.
Durante l’anno passato, secondo Nomisma Wine Monitor la Provenza si è confermata leader indiscussa ma negli USA per la prima volta, il vino rosato italiano ha superato la Languedoc posizionandosi al 2° posto nelle vendite. Come interpreta questo fenomeno e a quali mercati export vi state rivolgendo con i vostri rosati?
Abbiamo riscontrato un sempre maggior interesse da parte del mercato USA verso i nostri vini anche grazie ad una strategia e ad un progetto ben definito che è riuscito a superare le normali difficoltà che si sono presentate all’inizio. Stiamo utilizzando questo trend positivo per spingere anche in altre zone, soprattutto in Asia ed Est Europa.
Una recente indagine di Wine Opinions, scalfisce lo stereotipo che identifica i rosati come vini prediletti dalle donne. Gli amanti dei rosati si suddividono equamente (51% donne e il 49% uomini) ma ciò che conta realmente è che quasi il 70% è under 60. Come valuta questi dati?
Questi dati corrispondono alla nostra strategia di mercato e di comunicazione, il target delle nostre campagne è rivolto ad una fascia di età che corrisponde a quella dell’indagine così come i contenuti comunicativi che sono molto più giovanili rispetto ad altri vini. Non facciamo, però, l’errore di credere che il rosato sia un vino per sole donne o destinato ad essere bevuto solo d’estate. È invece un vino sempre più trasversale, destagionalizzato e l’Italia può sicuramente dire la sua perché nel nostro Belpaese ci sono terroir supervocati alla produzione di rosato. È diventato oggi un vino da bere dall’aperitivo al pasto completo.
Non vorrei mettere troppa carne al fuoco ma gli sparkling Rosè stanno registrando successi e rappresentano già oltre 5% della quota totale dei consumi di sparkling nel mondo. È un segmento che state prendendo in considerazione o non fa parte degli obiettivi aziendali?
In questo momento non consideriamo questo segmento. Preferiamo concentrarci su quello che già produciamo con uno studio attento per mantenere uno standard qualitativo molto alto.
A livello mondiale la crescita dei vini rosati non è un fenomeno recente, sono più di 15 anni che questo segmento cresce a ritmi sostenuti (+30% dal 2002 al 2021 secondo IWSR). Non le sembra che l’atteggiamento del comparto italiano sia stato attendista o è stata una strategia oculata?
Per vendere un buon prodotto bisogna saper aspettare il momento giusto e noi pensiamo di aver fatto proprio così. Negli ultimi anni si è assistito al ritorno in auge dei vini rosati, una tipologia di vino non molto amata dagli intenditori. I rosati, invece, hanno numerose caratteristiche che lo rendono un’ottima scelta: è di facile beva, può essere abbinato a piatti di mare e terra o si può bere semplicemente per un aperitivo, insomma è sicuramente un vino da riscoprire che merita attenzione.
L’Italia è quarta per produzione di vini rosati, ma il consumo interno è in proporzione piuttosto basso, si colloca solo al 4%, contro una media mondiale del 10% e di oltre il 30% in Francia. Quali sono le vostre strategie per quanto riguarda il mercato domestico?
L’Italia certamente è ancora indietro rispetto ad altri mercati e c’è bisogno di lavorare ancora molto sulla comunicazione di questi vini.
Le nostre strategie sono sempre orientate alla concretezza e alla promozione del territorio, cercando di far apprezzare i vini rosati durante tutto l’anno e non solo nel periodo estivo.