Il mio nome è Ruchè e sono nato nel Monferrato astigiano. Mi definiscono uno dei vini autoctoni di questa zona tra i più rari tra quelli coltivati in questo territorio. 

E questa è la mia storia. 

Dicono che il mio nome derivi dall’oggi scomparso convento di San Rocco (San Roc) nel comune di Castagnole Monferrato, vicino al quale dei monaci cistercensi provenienti dalla Borgogna mi impiantarono per la prima volta, intuendo che quello fosse il mio habitat ideale.

Negli anni Sessanta, i viticoltori avevano dimenticato la mia esistenza, ma grazie alla passione e alla competenza di Don Giacomo Cauda, assegnato a Castagnole nel 1964, fui riportato alla produzione con grande dedizione e spirito di sperimentazione. 

Dopo più di quarant’anni, nel 2010 ho ottenuto il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita che comprende in tutto 7 comuni, fra i quali Montemagno, con oltre 160 ettari coltivati.

Che tipo di vino si ricava dalle tue uve?

Le mie uve regalano un vino particolare, lievemente aromatico, dalla relativa bassa acidità, di buona alcolicità e di corpo equilibrato, con un originale impatto gusto-olfattivo.  Nel complesso mi piace sempre esprimere armonia ed equilibrio con morbidezza ed eleganza. Il mio bicchiere è caratterizzato da spiccate note floreali e speziate, talvolta unite a sentori di frutti di bosco e marasca che regalano una lunga persistenza.

Quali sono le tue interpretazioni per Tenuta Montemagno?

Nella produzione di Tenuta Montemagno trovano spazio le mie due migliori interpretazioni: Nobilis, vino caratterizzato da una grande eleganza, vellutato e persistente, e Invictus, appartenente alla linea Selezione. Nato da un’intuizione di Tiziano Barea, della competenza dell’enologo Gianfranco Cordero e della profonda conoscenza del terreno da parte di Maurizio Cerrato, agronomo della Tenuta, Invictus nasce dall’idea di una vendemmia tardiva. L’uva viene portata ad una sovramaturazione per ridurre l’acidità, elevare il grado zuccherino (per incentivare la gradazione), la struttura e i profumi.

Il terreno compatto e argilloso che circonda Tenuta Montemagno, unitamente al microclima che si forma all’altezza del 45° parallelo, danno corpo ad un Ruchè decisamente strutturato e sincero, che viene affinato e reso elegante in cantina. Il Nobilis è un vino di grande eleganza, vellutato e persistente; una vera “rarità” di vitigno, presente solo in questo lembo di Piemonte. È un vitigno coltivabile unicamente in un ristretto areale attorno alla Tenuta Montemagno.

Con quali piatti pensi di esprimere al meglio il tuo potenziale?

Da buon Piemontese, mi abbino perfettamente ai piatti tipici della cucina regionale, che siano i grandi primi o i secondi di carne, o le interpretazioni più moderne della classica cucina monferrina. Madre di tutte le ricette del territorio sono certamente gli Agnolotti al sugo d’arrosto, una ricetta semplice, realizzabile anche a casa, nella quale la mia versione Nobilis entra in gioco sia durante la preparazione del piatto, sia come ideale accompagnamento. 

Amo esprimere il mio potenziale anche con un buon piatto di sushi, o in generale con la cucina asiatica. – tandoori con patate. L’Invictus invece, per la sua rotondità, struttura e profondità, è perfetto con le costolette di agnello, i formaggi di media stagionatura – Raschera, Castelmagno, e anche con il cioccolato, perché Invictus è senza dubbio anche un vino da meditazione.