Andrea Stocco, titolare della cantina di famiglia (www.vinistocco.it) insieme alle sorelle Paola e Daniela, ci racconta le origini della storica cantina friulana delle Grave, a 40 chilometri dal golfo di Trieste, 70 dalle Alpi Carniche, ad un passo dalla vicina Slovenia. Una realtà aziendale che si è fatta da sé, come tante aziende agricole tradizionali, ma nella quale non è mai mancato lo spirito imprenditoriale e la dinamicità. Nel 1910, in località Casali Stocco a Bicinicco, dove ancora oggi ha sede la cantina, il nonno tracciava i primi filari. Erano i tempi in cui i vitigni internazionali non avevano ancora fatto la loro comparsa nel territorio, e la vite maritata con il gelso, tra le altre vestigia del passato, ancora caratterizzava qua e là il paesaggio.
Cinquanta anni fa la seconda generazione Stocco imprimeva poi la strada che condurrà all’attuale cantina: Giordano, padre di Daniela, Paola e Andrea si appassionava agli studi di enologia, abbandonava i seminativi e l’allevamento di bestiame dando impulso, tra i primi nel territorio, ad un’attività di vinificazione secondo canoni e tecniche della modernità allora disponibili.
Siamo appena alle soglie del processo che avrebbe portato alla grande avanzata dei vitigni internazionali in Friuli, e Stocco darà, in quel momento storico, un grande contributo alla riscoperta e alla valorizzazione di alcune varietà autoctone quali la Ribolla Gialla, la Malvasia Istriana ed il Refosco.
Oggi il Friuli è terra in cui il connubio tra vitigni autoctoni e internazionali ha prodotto tra i suoi frutti migliori: da “terra di confine” il “vigneto chiamato Friuli” ha infatti svolto egregiamente il suo ruolo di incrocio di culture vitivinicole, interpretando il proprio terroir con grandi vini di tradizione e ottime espressioni internazionali.
Le Grave del Friuli, prossime ai Colli Orientali, si contraddistinguono per uno strato di terreno sciolto ricco di minerali e ossidi di metalli, depositato lungo la pianura dal corso dei fiumi verso il mare e dal sottostante strato di ghiaie e detriti che crea quelle condizioni di mineralità e permeabilità che regalano vini particolarmente equilibrati tra componente acida e composizione di zuccheri. Uve sane e mature, frutto tra l’altro di una particolare inversione termica che lascia eleganza e aromi a massimo beneficio per i bianchi, che ne escono particolarmente strutturati e profumati, ma con una ottima caratterizzazione anche per i rossi.
Oggi Stocco è una realtà aziendale che misura circa 60 ettari, tra vigneti di proprietà e terreni in affitto, mette sul mercato oltre 400.000 bottiglie, e ha una offerta in Bag in Box altamente rappresentativa della sua vastissima gamma. Il mercato di riferimento della produzione è in ogni caso quello dell’horeca, sia in Italia che all’estero: importante presenza in ristoranti ed enoteche del Centro Nord, con buona rappresentatività anche in alcune regioni del Centro-Sud. Da 15 anni a questa parte la gamma Stocco è significativamente presente all’estero; importante il presidio in Germania e Nord Europa, Svezia, Inghilterra, Olanda, Irlanda, Repubblica Ceca, con primi ordini che procedevano bene in Ukraina, ovviamente prima del conflitto; fuori continente, USA, Canada, e buona presenza in Asia e Australia.
Il portafoglio Stocco spazia, sui bianchi, dagli autoctoni Ribolla, Verduzzo, Friulano, Malvasia, agli internazionali Pinot grigio e Bianco, Sauvignon e Chardonnay; tra i rossi internazionali, tutti egregiamente rappresentati, si fa spazio l’autoctono Refosco dal Peduncolo Rosso. Una menzione a parte per il Prosecco, protagonista negli anni di un’importante evoluzione strategica: dai primi anni di produzione delle sole basi spumante, in cui le fasi successive della lavorazione venivano demandate all’esterno, alla spumantizzazione interna in autoclave, per arrivare al progetto in corso di arrivare fino all’imbottigliamento: per una gamma che si è recentemente arricchita del Prosecco Rosè, e che sarà a breve completata con il Brut.
La vetrina di Stocco è una fedele testimonianza di storia enologica del Friuli, frutto di quelle scelte imprenditoriali che seppero capire che la fortuna di questa terra risiedeva nella capacità di preservare il proprio patrimonio viticolo e al contempo dare spazio alla modernità, interpretando le evoluzioni del mercato.
Tutta orgogliosamente friulana la scelta di adottare in etichetta il nome dei varietali, a differenza di altri territori italiani baciati da Bacco, che hanno dato via libera, nel battesimo dei vini, alla capacità espressiva e immaginifica del nome; scelta che, per Stocco, vuole essere una dichiarazione di intenti sul rispetto delle caratteristiche dei varietali. I vini Stocco eccellono nella loro capacità di esprimere le caratteristiche del vitigno, e nell’esaltazione dell’eleganza tipica della pianura delle Grave.
Quanto a longevità, Stocco sa esprimere, dalla pianura, esempi al passo con le vicine colline: bottiglie di Tocai, oggi Friulano, aperte dopo 10 anni, evidenziano i risultati di una perfetta evoluzione.
Non a caso, i vini della cantina hanno ricevuto importanti riconoscimenti per qualità, versatilità, rappresentatività del territorio ed eccellente rapporto qualità-prezzo. Circostanza che esalta la capacità di interpretare e intercettare un mercato sempre attento ed esigente.
La scelta commerciale di investire anche sul punto vendita aziendale sta dando ulteriori importanti frutti: lo shop aziendale ha grande valenza territoriale e contribuisce a tenere saldo quel legame di fedeltà che l’azienda custodisce ormai storicamente con la propria terra.