Ci ha aspettato su una curva, salendo verso la sua cantina, per farci iniziare la visita partendo dal vigneto. È bastato aprire la portiera per sentirmi come Alice nel paese delle Meraviglie ed entrare nel mondo di Mario Pojer, il cappellaio magico.
I miei primi ricordi su Mario risalgono ad alcuni Vinitaly di molti anni fa, quando notavo il suo stand sempre pieno zeppo di gente in fila, e vedevo questo signore con i baffi al banco: non mi era chiaro se la fila era solo per i vini o anche per entrare in relazione con lui.
La risposta è arrivata forte e chiara visitando la sua azienda: c’è una perfetta armonia e un legame ancestrale tra Mario e i suoi vini, l’uno alimenta gli altri e viceversa.
A prima vista Mario potrebbe sembrare un bravissimo intrattenitore, coinvolgente, geniale, esplosivo, accattivante. Ma non c’è mai nulla che lo porta fuori dal binario del contesto: il protagonista vero è sempre il vino, il territorio, la filosofia produttiva.
Con personalità cosi eccentriche il rischio di accentrare la visita su di sé è molto alto, ma da Mario si respira sempre l’equilibrio armonico tra il divertimento e la conoscenza. Trovo questo aspetto fondamentale in una attività di accoglienza enoturistica e per nulla scontato.
Mario riesce a miscelare con armonia la capacità di coinvolgere tutte le persone che ha in visita, la sua innata predisposizione allo show e la credibilità di un progetto enologico importante.
Ascoltando la sua storia, emerge un percorso nato dalla difficoltà e dal dolore, che nel tempo ha dato vita al progetto Pojer e Sandri. Una storia che ti fa capire che il successo, delle persone e delle aziende, non nasce mai per caso e spesso trova radici in situazioni estreme. E solo la genialità, il coraggio, la lungimiranza e quel pizzico di follia possono costruire cattedrali nel deserto.
Ho trovato in Mario il fascino dell’armonia quando mente e cuore si incontrano, in una apparente leggerezza che arriva però da una profondità d’animo tutt’altro che superficiale.
Da Mario mi sono divertita molto, da Mario ho imparato molte cose nuove, ma la cosa più importante è che da Mario mi sono emozionata. E l’emozione arriva senza filtri, ed è ciò che ti fa chiudere la portiera e dire: WOW!
Questo è l’obiettivo di ogni esperienza di accoglienza.
I suggerimenti e le idee di accoglienza che abbiamo colto da Pojer e Sandri:
avere un format di visita più tecnico e uno più evocativo in base agli obiettivi dei visitatori;
rendere il visitatore protagonista attraverso ogni piccola occasione di coinvolgimento attivo.