Per il nostro Camper Gino non è mai facile arrivare nel Paradiso di Donatella Cinelli Colombini: per la seconda volta siamo arrivati sbagliando strada e con due ore di ritardo.

Due ore che ci hanno compromesso una visita al tramonto e la possibilità di vedere tutte le nuove idee e proposte di accoglienza. Questo ha creato un genuino dispiacere a Carlo e Donatella, che ci aspettavano con trepidazione davanti al cancello.

Ma se le idee sono chiare e se l’identità è forte e consolidata, bastano anche pochi minuti per capire l’anima di un luogo, respirare ciò che può offrire l’esperienza di accoglienza. Ed è quello che ci è capitato con Donatella.

A noi è bastato stare con lei e con Carlo Gardini per riprendere poi il nostro viaggio con qualcosa in più nei nostri cuori. In fin dei conti, questo è l’obiettivo di fondo quando facciamo esperienze di enoturismo: uscire dall’azienda con qualcosa in più rispetto a quando siamo entrati.

Donatella è un fiume in piena di idee, di progetti, di visioni che non riguardano solo i suoi luoghi di accoglienza, ma tutto il sistema enoturistico italiano, che parte dalla piccola azienda e arriva ai massimi sistemi.

Ascoltarla, leggere tra le sue provocazioni, interpretare le sue suggestioni, è per me sempre stimolante e “didattico”. Donatella è generosa di informazioni ed è una delle poche imprenditrici che pensa ad alta voce e ama il confronto aperto, volto a trovare modalità di miglioramento per tutto il sistema vino. Sa dosare naturalmente l’attenzione alle risorse umane, al territorio, alla politica, al prodotto, ai fabbisogni del turista, alla cooperazione. È una donna che sa mettere le mani in pasta senza paura, e che alterna pensiero e azione in una danza armonica.

La prova del nove sulla capacità divulgativa e di attrazione arriva dai bambini: Anna e Biagio sono rimasti affascinati dai suoi racconti sull’ascolto del vigneto e si sono messi accanto a lei come quando si ascolta una favola. La favola di Donatella che ci incanta tutti con le sue visioni lucide e sognatrici.

Carlo Gardini

Sono stata tanto contenta di conoscere Carlo, marito di Donatella.  Carlo mi ha colpito per la sua profonda ironia e la sua capacità di mediazione. Di poche parole, solo quelle che contano. E la naturale capacità di lasciare spazio alla visione di Donatella per confermarla e supportarla con la sua preziosa presenza.

Il suo ruolo è fondamentale più di quanto si possa immaginare, sia nella gestione del Colle, sia nel confronto con Donatella. L’accoglienza passa anche attraverso personalità come quella di Carlo, che riescono a trasmetterti calore ed ospitalità senza per forza dover usare effetti speciali.

È questo uno dei casi in cui possiamo affermare che dietro ad una grande donna ci deve per forza essere un grande uomo. Solido, generoso, attento e concreto. Ma con quel pizzico di follia e di incoscienza che permette di osare quando serve. Questo è quello che mi ha trasmesso.

I suggerimenti e le idee di accoglienza che abbiamo colto da Fattoria Il Colle:

  • non aver paura di creare e inventare esperienze nuove: la stanza per ascoltare i vigneti è un progetto semplice e geniale allo stesso tempo;

  • chiedersi sempre il perché di ogni cosa che si decide di proporre;

  • evitare il più possibile i luoghi comuni che nel mondo del vino sono ancora tanti.