Mi sono seduta nel meraviglioso portico di Selva Capuzza, aspettando che arrivassero ad accoglierci e ho avuto una immediata sensazione di bella energia, di benessere, di pace interiore.

Tutto si è chiarito quando ho incontrato Luca Formentini, titolare dell’azienda, che ci ha accompagnato nell’esperienza Hospitality di Selva Capuzza.

Luca mi ha colpito molto perché fa parte di quelle persone che sono bravissime ad accogliere, pur essendo riservate ed introverse.

Chi lo ha detto che per essere bravi nell’ospitalità dobbiamo per forza essere sopra le righe, per forza essere degli showman estroversi e naturalmente predisposti alla relazione?

Luca riesce a portarti al cuore della filosofia aziendale accompagnandoti attraverso il ritmo lento della sua sensibilità. Per me è stata come una danza che ha saputo condurre Luca con naturale maestria.

Ci ha saputo predisporre all’esperienza immergendoci pian piano nel mondo di Selva Capuzza, un mondo fatto da tre livelli di accoglienza che crea un triangolo tra vino, ristorazione e ospitalità.

Luca è molto lontano dal mio modo di relazionarmi, ma è riuscito a creare una relazione positiva grazie alla sua autenticità e alla sua coerenza tra forma e sostanza, che si trasforma poi in sensibilità espressiva.

Siamo arrivati briosi e con le menti agitate, siamo ripartiti in silenzio e con una pace interiore derivante dall’armonia. L’armonia di Luca e di Selva Capuzza.

I suggerimenti e le idee di accoglienza che abbiamo colto da Selva Capuzza:

  • Fare emergere un filo conduttore forte e credibile tra le varie parti di accoglienza dell’azienda (ristorante, cantina, stanze).

  • Non aver paura di far emergere la propria identità.