Potremmo scrivere pagine e pagine sull’esperienza di accoglienza in aziende come Nino Negri, ma c’è un’unica possibilità per comprendere di cosa stiamo parlando: andarci.
Sono stati Danilo e Sonia ad accompagnarci in quella che definirei una visita con una profonda comprensione del territorio.
“Mi raccomando, venite con scarpe da trekking” ci aveva suggerito Sonia Pedezzi, responsabile del team di accoglienza. Mai indicazione fu più azzeccata, visto che siamo stati catapultati alla scoperta degli splendidi vigneti valtellinesi, nel cuore della zona storica denominata Inferno.
Sonia ci ha saputo trasmettere l’emozione che lei stessa vive ogni giorno in azienda, o quando durante la vendemmia incrocia lo sguardo fiero dei contadini che consegnano l’uva come se fosse un trofeo.
Il percorso da noi scelto ci ha immerso in una natura sorprendentemente ricca e rigogliosa e, dopo mezz’ora di camminata irta nei vigneti, Sonia ci ha fatto trovare un aperitivo in una terrazza mozzafiato. Le parole non servono in questi casi, ma lei ha saputo sempre trovare la giusta distanza tra dire e non dire, fare e non fare, spiegare o non spiegare.
È stato poi grazie alla presenza di Danilo Drocco, oggi direttore di Nino Negri, che siamo stati in grado di comprendere le visioni non solo dell’azienda ma anche di un territorio.
Danilo ci ha accolto nel migliore dei modi: veloce panoramica complessiva, visita del territorio facendoci provare in prima persona cosa significa attraversare i terrazzamenti, fino ad arrivare agli assaggi in botte, dove Danilo, nonostante abbia un’importante formazione enologica, ci ha fatto entusiasmare nell’assaggiare e nel comprendere con chiarezza le potenzialità di ogni vitigno, senza essere troppo tecnico.
Danilo ci ha ascoltato tanto, in uno scambio che quando avviene fa la differenza, perché ti senti parte attiva di una visita, ti senti protagonista in un territorio e quello che vivi diventa patrimonio del territorio stesso.
Sono questi i Direttori che ci convincono in pieno: concreti, innamorati di un territorio ma non completamenti assorbiti e che riescono ad avere una visione equilibrata da dentro e da fuori, senza dimenticarsi dell’importanza delle emozioni.
I suggerimenti e le idee di accoglienza che abbiamo colto da Nino Negri:
creare un ecomuseo: una app che guida nella visita dei vigneti e racconta ogni singola tappa;
coinvolgere il trade con pacchetti di enoturismo dedicato.