Gli ultimi dati pubblicati da Wine Council, dal CIVB (Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux) e riportati da Vino Joy News confermano che negli ultimi 10 anni la Cina è stata il primo mercato per Bordeaux, sia in termini di volume che di valore. L’import cinese di vino è aumentato ogni anno, tra il 2005 e il 2010, del 40%. Nel 2011 l’incremento è stato del 28%: di questo il 13% è rappresentato dai vini di Bordeaux.

Un mercato che dopo il 2018 ha subito una flessione in ribasso dovuta a una razionalizzazione degli acquisti a favore della riduzione delle scorte e al rallentamento della crescita economica a causa delle guerre commerciali verso gli Stati Uniti e l’Australia, a cui è seguita la violenta pandemia.

Nel 2021 l’export di Bordeaux verso la Cina ha ripreso consistenza per un valore di 616 milioni di euro con una crescita del 16% rispetto all’anno precedente, anno in cui si erano registrate esportazioni per circa 54 milioni di bottiglie. L’aumento coincide in un momento ancora difficile per la Cina, con un’economia rallentata e il grande vuoto dovuto dall’uscita del vino australiano dal mercato oggetto di sanzioni e tariffe antidumping cresciute fino al 218%.

Oggi la Cina è insieme a Hong Kong – che registra un import per 298 milioni di euro, ovvero 57.000 ettolitri con una media di costo di 39 Euro a bottiglia – leader per volumi e valore, dopo avere scalzato il gruppo dei 9 primi importatori: Germania, Regno Unito, Belgio, USA, Giappone, Svizzera, Canada, Paesi Bassi, Danimarca.

Bordeaux, che rappresenta da sola il 67%, in volume di tutta l’AOP francese esportata in Cina, e il 72% in valore con prezzi medi di 54 Euro a bottiglia, deve il suo successo a un vino che è considerato innanzitutto uno stato sociale, indicatore di successo per la classe media e per il numero di milionari in crescita.