Brendt Wucherer – rappresentante e partner dell’Enoteca Weinboutique Ehrliche Münchner di Monaco – sottolinea che in questa fase di riapertura non si riscontrano grandi cambiamenti. In questo frangente storico ed economico sfavorevole, le aziende sembrano riluttanti a partecipare a fiere in presenza costose, come dimostra la bassa partecipazione.
Come sta andando il mercato del vino in questa fase di riapertura nel tuo Paese?
Le nostre vendite non sono né diminuite né aumentate, in sostanza non stiamo vivendo una fase di ripartenza perché le vendite sono sempre rimaste stabili. Tuttavia, guardando il mercato e parlando con i colleghi abbiamo notato dei cambiamenti:
- Il segmento entry level si è spostato ancora di più nei negozi virtuali online ed è tutt’ora in aumento;
- c’è ancora un atteggiamento esitante nei confronti di eventi di massa come le fiere. Wine Paris a febbraio e Vinitaly ad aprile hanno avuto un terzo in meno di espositori e visitatori rispetto agli anni precedenti, e pensiamo che questo accadrà anche a Prowein questo mese;
- la stessa cosa è successa anche a noi: la nostra attività di seminari ed eventi in presenza è diminuita del 50% così come è diminuita la presenza ad eventi a tema gastronomico. Potremmo compensare un po’ con l’implementazione di degustazioni e seminari virtuali;
- i vini premium sono molto richiesti, ma è una tendenza che era iniziata già durante la pandemia;
- i nostri amici nel commercio all’ingrosso riferiscono che non ci sono stati grossi cambiamenti durante la pandemia.
Dal nostro punto di vista non si è verificato un grande cambiamento nella vendita di vino B2C. Però, nel mercato B2B, soprattutto nel settore hospitality (servizio che noi non offriamo) c’è effettivamente una sorta di riapertura e di lenta ripresa.
Quindi, voi potreste dire che il consumo di vino per voi non è in aumento durante questa fase di riapertura?
Fatta eccezione per il segmento di mercato più economico – che personalmente non serviamo – non vi è alcun aumento visibile.
Come stanno andando le vendite del vino italiano?
Non siamo specializzati sul vino italiano, vendiamo oltre 300 vini provenienti da 13 paesi diversi e al momento non abbiamo notato nessun grande cambiamento: la nostra vendita di vini italiani risulta stabile.
Prima ha parlato delle fiere, deduco che stiate sfruttando le opportunità che derivano dagli eventi fieristici che si stanno finalmente svolgendo in presenza.
Sì e no. Abbiamo saltato Wine Paris perché la fiera era ancora più piccola di prima. Siamo stati a Vinitaly e abbiamo sperimentato che alcuni dei nostri partner/produttori non erano presenti ed era meno affollata. Salteremo Prowine anche perché i partner di vendita/importatori con cui lavoriamo non saranno presenti.
Facciamo la maggior parte dell’importazione da soli e visitiamo i nostri partner in Europa. In tempi di paura (dovuta alla pandemia), incertezza (dovuta alla guerra) e crescente inflazione, le persone sembrano riluttanti a partecipare a fiere costose, come dimostrato dalla bassa partecipazione che abbiamo sperimentato e dalla insolita quantità di biglietti che vengono proposti gratuitamente (Wine Paris). Amo le fiere ma i tempi stanno cambiando.