A causa della pandemia, nel 2021 il mercato del vino in Asia ha subito:
- il calo delle vendite on-trade,
- il ritardo delle spedizioni globali,
- la cancellazione delle fiere del vino.
Tuttavia – come riporta Ning Sang Lawati sulle pagine di Vino Joy News – alcuni mercati hanno dimostrato una notevole capacità di resilienza e sono cresciuti ad un ritmo considerevole, in particolare Corea del Sud, Giappone, Hong Kong e Cina continentale.
In questo articolo andremo ad approfondire i mercati chiave della Corea del Sud e del Giappone.
Corea del Sud
La Corea del Sud ha raggiunto il tasso di crescita delle importazioni in valore più veloce tra i quattro mercati chiave asiatici presi in considerazione. Wine Intelligence l’ha definita “il più attraente mercato globale del vino” dopo essere passata dall’ottavo posto al secondo nel 2020.
Secondo i dati del Korea Customs Service, nel 2021 il paese ha importato vini per un valore di 560 milioni di dollari, con un aumento del 70% rispetto al 2020.
Questa è la prima volta che l’import di vino della Corea del Sud ha superato il traguardo dei 500 milioni di dollari.
I maggiori paesi esportatori sono:
- la Francia con 162,6 milioni di dollari di vino, un incredibile aumento del 94% rispetto al 2020;
- gli Stati Uniti con 90,67 milioni di dollari di esportazioni di vino ed una crescita del 62%;
- l’Italia con 90,46 milioni di dollari ed una crescita dell’86% anno su anno.
Una delle forze trainanti della crescita del vino in Corea è stato il forte consumo domestico durante la pandemia. Molti consumatori hanno scelto di bere a casa piuttosto che andare nei locali, ciò ha compensato le perdite del settore Horeca.
Il vino fermo in Corea del Sud dal 2016 ha avuto una traiettoria ascendente, spinto dai consumatori più giovani. Secondo i dati dell’IWSR, il consumo di vino fermo in Corea del Sud è aumentato di quasi un quarto nel 2020.
Un altro fattore chiave è stato l’allentamento da parte del governo delle leggi riguardanti l’acquisto di alcolici online.
In precedenza, la vendita di alcolici online era proibita per questioni sanitarie nazionali e prevenire l’evasione fiscale da parte dei negozi di alcolici online.
A partire da aprile 2020, i consumatori possono ordinare liberamente bevande alcoliche da siti web o app prima di ritirarle nei minimarket o nei ristoranti.
Secondo quanto riferisce Wine Intelligence, dopo l’allentamento delle restrizioni, un bevitore di vino su cinque in Corea del Sud ha detto di aver acquistato vini online nel primo semestre del 2021.
Tuttavia l’allentamento si applica solo ai distillati tradizionali coreani, con l’obiettivo di proteggere le industrie del paese e ridurre al minimo gli acquisti di alcolici da parte dei minorenni. Dato che la pandemia ha notevolmente ostacolato le vendite di vino nei negozi al dettaglio, le piccole imprese e gli importatori in Corea del Sud stanno chiedendo un alleggerimento più ampio, nella speranza di aumentare i loro profitti.
Giappone
Il Giappone ha una popolazione doppia (126 milioni di persone) rispetto alla Corea del Sud e le sue importazioni di vino sono nettamente superiori, circa 1,6 miliardi di dollari nel 2021, un aumento del 12% rispetto al 2020, secondo il Customs and Tariff Bureau.
La Francia ha primeggiato nel mercato del vino giapponese, con un export di 956,2 milioni di dollari, un balzo del 21% rispetto al 2020.
L‘Italia è stata il secondo più grande esportatore, con 191,24 milioni di dollari, una crescita del 14% rispetto al 2020. Il Cile è sceso al terzo posto con una flessione del 18% su base annua ed un export di circa 139,06 milioni di dollari di vino nel 2021.
Il mercato giapponese è guidato dai bevitori over-55, ciò è dovuto al fatto che la sua popolazione ha una delle più lunghe aspettative di vita e i più bassi tassi di natalità del mondo. Questo fascia di consumatori tende ad essere più tradizionale ed è attenta al prezzo nella scelta dei vini.
Secondo Wine Intelligence, i consumatori giapponesi più giovani sono più inclini ad esplorare nuove tipologie di vino ed a investire maggiormente.
I consumatori giapponesi hanno speso più soldi per il vino durante le occasioni post-lockdown, stanno scegliendo vini di qualità superiore e li bevono anche in ambienti off-trade informali e rilassati.