Nel podio dell’originalità di questo Italian Wine Tour devo mettere senza ombra di dubbio l’azienda Mustilli che da Sant’Agata dei Goti (Benevento) è diventata famosa in tutto il mondo.
Non è un caso che dal suggestivo comune campano sia sorta un’azienda di questo tipo perché Sant’Agata non è di quei paesi turistici che hanno perso purtroppo tutta la loro autenticità, qui si respira ancora l’aria delle origini come se il tempo fosse rimasto sospeso.
La stessa sensazione la si prova entrando nel portone del bellissimo Palazzo Mustilli dove si trovano anche le straordinarie cantine scavate nel tufo proprio sotto l’antica casa in pieno centro storico. Sollevare quella grande botola posta sul pavimento nel salone d’ingresso è come aprire uno scrigno, una porta che ti fa entrare in un’altra dimensione. Semplicemente fantastica. Ma il bello è che non è un sogno, fantasia, è tutto vero.
E a rendere ancora più interessanti le cose sono state le narratrici di questo racconto: Paola (responsabile commerciale e della comunicazione) e Anna Chiara (responsabile vigneti e cantina); in breve, le sorelle Mustilli.
Hanno raccolto un’eredità non facile da portare avanti, quella di papà Leonardo che ha avuto un ruolo chiave nello sviluppo della vitivinicoltura di qualità nel Sannio Beneventano.
Negli anni ’70, infatti, l’ingegner Leonardo (scomparso purtroppo nel 2017) decise di reimpiantare sulle colline di Sant’Agata dei Goti i vitigni autoctoni campani come la Falanghina (la Falanghina Mustilli del 1979, tanto per intenderci, è stata la prima Falanghina al mondo ad esser vinificata ed imbottigliata in purezza), il Greco, l’Aglianico e il Piedirosso che erano stati abbandonati e sostituiti con i principali vitigni internazionali.
Una scelta che non solo si dimostrò vincente ma segnò l’inizio di una nuova era per questo territorio.
Le sorelle Mustilli non solo sono riuscite a proseguire nel percorso intrapreso dai genitori ma hanno dato un ulteriore impulso alla qualificazione della loro produzione e anche oggi la loro azienda è un punto di riferimento per chi vuole conoscere i vertici qualitativi raggiungibili in questa bellissima terra.
Ma Paola e Anna Chiara sono anche due donne decisamente interessanti che non sono state fortunatamente “contaminate” dagli stereotipi comportamentali che purtroppo affliggono molte nostre realtà vitivinicole che nel tempo hanno perso la naturalezza e autenticità del passato.
Le Mustilli sono le sorelle del vino più originali ed interessanti che io abbia mai conosciuto. E per originalità, in questo caso, intendo l’essere sempre se stesse, fregandosene del giudizio altrui, non cercando mai di piacere a tutti costi.
Ci hanno accolto con sguardo alquanto stupito, della serie ma questi da dove sono sbucati con il loro vecchio camper e due bambini che ci romperanno le scatole tutto il pomeriggio?
Con sana onestà ci hanno subito detto che non avevano mai sentito parlare, se non molto vagamente (che tradotto significa per nulla), di Wine Meridian.
I presupposti, quindi, potevano essere i peggiori, di quelli che ti fanno finire la visita in breve tempo. Invece alla fine saremmo rimasti li per giorni, come vecchi amici che si ritrovano dopo tanto tempo.
Ennesima dimostrazione del vecchio detto: “Mai fidarsi delle apparenze”.
La nostra visita non poteva non iniziare dalle vecchie grotte che ci hanno anche consentito di capire che i Mustilli sono a Sant’Agata dei Goti ormai da cinque secoli e quel senso di appartenenza si sente fortissimo anche in Paola ed Anna Chiara senza quel “provincialismo” patriottico fine a se stesso, bensì con l’importante consapevolezza che quelle radici sono preziose per trasmettere al mondo in maniera credibile l’autenticità della loro azienda, dei loro vini.
Le grotte cantine (dove oggi non avviene più la vinificazione spostata in una cantina poco fuori dal centro storico) esprimono grande originalità e suggestioni, mentre le sale di accoglienza si sono trasformate nel tempo non in luoghi altisonanti e polverosi, tipiche di tanti vecchi palazzi, ma in ambienti più simili ad una vecchia osteria, alle locande di un tempo, senza forzature o false riproduzioni e perciò originali nella loro essenza.
È qui che abbiamo realizzato le degustazioni che ci hanno testimoniato due cose molto importanti. La prima, è stata una conferma: la straordinaria qualità dei vini Mustillli a partire dalla mitica Falanghina Vigna Segreta che consigliamo a tutti coloro che vogliano capire quali eccellenze si possono raggiungere con questo vitigno. Ma anche il Piedirosso Artus che ci ha letteralmente “stesi” dal godimento.
L’altro elemento chiave emerso dalla degustazione è stata l’ennesima dimostrazione dell’originalità intelligente di casa Mustilli evidenziata dalle etichette “rock” della linea Selezioni. Qui l’originalità non sta solo nell’aver scelto di riprodurre in qualche misura personaggi mitici della scena pop rock come i Beatles o David Bowie rompendo l’eccesso di sacralità di cui è troppo spesso invaso il vino, ma di averli scelti in relazione alla personalità delle sorelle Mustilli… e qui ancora una volta emerge il genio comunicativo.
Non potremmo però concludere questo racconto se omettessimo un altro protagonista importante di questa storia. Un uomo dalla barba rossa che per un’ora ha subito, con pazienza proverbiale, l’invadenza dei miei figli mentre lui stava scrivendo nel suo Mac e che poi, appena gli è stato possibile, è finalmente diventato parte attiva del racconto Mustilli.
Lui è Maurizio, compagno di Paola, costruttore di relazioni artistiche, capace di coinvolgere e portare prima fisicamente e ora purtroppo virtualmente (vista sta rogna dell’emergenza Covid) a Sant’Agata dei Goti straordinari artisti di varie discipline. In questo momento impegnato nella magnifica arte dei suoni, da quelli più classici e conosciuti a quelli che fanno parte della nostra quotidianità e che per questa ragione, forse assuefatti, non riconosciamo.
Ecco, questa potrebbe essere la metafora del nostro straordinario incontro con Mustilli, riscoprire senza quasi rendersene conto il piacere più autentico delle relazioni, della condivisione.
Con Paola, Anna Chiara e Maurizio ci rincontreremo sicuramente, non so ancora però se a Sant’Agata dei Goti o a Jaipur in India, ma loro sanno perché.