Il povero camper Gino seguendo fedelmente Google maps si è trovato quasi incastrato tra le vecchie mura medievali di Trequanda. Dopo una lunga serie di estenuanti manovre si è potuto rimettere in marcia per raggiungere le due “case” di Donatella Cinelli Colombini, nel cuore della Val d’Orcia che la si può considerare, a ragione, la più bella campagna al mondo.
Non potevamo non venire a trovare Donatella nel nostro Italian Wine Tour per numerose ragioni tra le quali citiamo quelle più importanti: l’amicizia che ormai ci lega da parecchi anni, la stima professionale nata dal mio primo incontro con lei ormai più di vent’anni fa e la curiosità di approfondire la conoscenza dei suoi luoghi, delle sue case.
Le case di Donatella oggi hanno il nome di Casato Prime Donne e Fattoria del Colle di Trequanda.
Alla Fattoria sono particolarmente legato anche per un ricordo personale molto importante: è stata, infatti, l’ultima uscita che ho potuto fare con mio padre, in occasione del ritiro nel 2007 del Premio “Casato Prime Donne” che mi fu assegnato per il mio manuale “La comunicazione nel food & beverage”. La malattia di papà gli impedì successivamente di fare altri viaggi nelle sua amate campagne e per me quello rimane un ricordo indelebile.
Donatella ci ha accolti con il consueto entusiasmo in uno dei pomeriggi più caldi di questa strana estate.
Per una che vive di relazioni e che da anni rappresenta l’imprenditrice italiana più impegnata sul fronte enoturistico (è stata fondatrice del Movimento turismo del vino tanto per intenderci), questo lockdown non è stato certo una passeggiata.
Donatella mi spiega subito l’impatto che questo maledetto Covid sta avendo sul fronte turistico, numeri che fanno paura ma non a lei che nonostante le ovvie preoccupazioni mantiene quel sano ottimismo fondamentale e tipico degli imprenditori e manager illuminati.
Ritrovo dopo tanti anni il fascino della Fattoria che nel tempo è diventata uno dei luoghi enoturistici più apprezzati del nostro Paese, soprattutto dal target internazionale sempre alla ricerca di posti autentici.
E Fattoria del Colle trasuda di autenticità. È stata una scelta coraggiosa quella di Donatella di mantenere il più possibile lo spirito antico di questa Fattoria che fu posseduta dai suoi antenati alla fine del ‘500. Per quei straordinari destini della vita la Fattoria è tornata alla sua famiglia nei primi del ‘900 e, dal 1998, dopo aver lasciato la sua impresa di famiglia, è diventata la sua azienda dove ha fatto nascere la prima realtà italiana del vino formata esclusivamente da donne.
Casato Prime Donne, quindi, è un qualcosa di più rispetto ad una “normale” azienda vitivinicola ma rappresenta concretamente il ruolo chiave delle donne all’interno del mondo del vino.
E Donatella ha costruito questo progetto con il suo consueto pragmatismo, cioè dimostrando con i fatti che le donne possono svolgere al meglio qualsiasi tipo di ruolo all’interno di un’azienda vitivinicola, da quelli tecnici (enologo, agronomo, cantiniere, ecc.) a quelli più manageriali (export manager, hospitality manager, ecc.).
La stessa concretezza che sta contraddistinguendo ormai da alcuni anni anche il suo ruolo di presidente dell’Associazione Donne del Vino alla quale ha dato un’impronta decisamente più operativa rispetto al passato.
Non è facile lavorare vicino a Donatella perché è una donna che richiede moltissimo a se stessa ma anche agli altri. Per lei la parola d’ordine è uscire sempre dalle cose semplici, dai luoghi comuni.
Con lei da un paio d’anni abbiamo intrapreso un importante percorso formativo al fianco delle Donne del Vino e ogni volta insieme cerchiamo di trovare tematiche e contenuti il più possibile utili alle donne coinvolte a vario livello nel mondo del vino.
La visita all’azienda e soprattutto alle aree di accoglienza, ci rimanda in continuazione alla straordinarietà della storia di questo luogo che nel 700 fu addirittura una delle dimore del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo d’Asburgo che la utilizzava per incontrare segretamente la bella Contessina Isabella. Oggi, la camera di quegli incontri amorosi viene messa a disposizione delle coppie in luna di miele che celebrano il loro matrimonio alla Fattoria del Colle.
E sì perché il concetto di “wine experience” in tutte le sue forme, è il denominatore comune della proposta enoturistica di Donatella.
Un’esperienza che parte dalla visione di un paesaggio, quello della Val d’Orcia che giustamente l’Unesco ha voluto riconoscere come Sito culturale Patrimonio mondiale.
Il binomio vino e bellezza del paesaggio è anche il filo conduttore che guida l’azione di Donatella nella sua presidenza al Consorzio Orcia doc.
Quella bellezza che abbiamo ritrovato anche nei due suoi vini che abbiamo degustato a partire dal Cenerentola Orcia doc, ottenuto dal vitigno Foglia Tonda, recuperato proprio grazie all’intervento di Donatella con la collaborazione del prof. Cesare Intrieri dell’Università di Bologna che ha fornito le prime barbatelle. “Una denominazione – ci ha spiegato Donatella – nata nel febbraio del 2000, compresa tra due docg come quella del Brunello e del Nobile. Due sorelle importanti, con cui è difficile convivere, ma la doc Orcia, come già fu Cenerentola, è riuscita a conquistarsi il suo spazio, con coraggio e determinazione”.
Conosciamo da anni questo vino ma abbiamo ritrovato una Cenerentola più adulta e matura, capace di esprimere una complessità importante e una eccellente eleganza.
Ovviamente non poteva mancare anche messer Brunello nella casa di Donatella. Il Brunello Prime Donne ottenuto attraverso la selezione di 4 assaggiatrici internazionali che ogni anno degustano, rigorosamente alla cieca, la produzione e scelgono quella che preferiscono per farlo diventare il “loro” Brunello.
“La cosa interessante – sottolinea Donatella – è che scelgono sempre il Brunello più tradizionale. Alla faccia di chi considera le donne più propense a vini più semplici, di più facile impatto”.
Sono talmente tante le sollecitazioni che ci regala Donatella ogni volta che l’incontriamo che non è facile lasciare la Fattoria.
Lei da bravissima social media manager (una delle migliori a mio parere della nostra Italia del vino) ci porta con Gino in mezzo ai vigneti per la foto finale che come sempre avrà un sacco di visualizzazioni.
Gino è felice di essere paparazzato e noi di più per avere ancora una volta assaporato la bellezza quasi struggente della più bella campagna al mondo.