Conosco Mario Falcetti, direttore dal 2008 di Quadra Franciacorta, dai primi anni 90, quando era ancora un giovane e molto promettente ricercatore all’Istituto agrario di San Michele all’Adige, nella mitica squadra del prof. Attilio Scienza che divenne popolare nel mondo del vino italiano soprattutto grazie ai lavori di zonazione viticola.
Mario si distingueva già allora dai suoi colleghi per la sua irrequietezza che faceva presagire per lui, inevitabilmente, una vita professionale ricca di esperienze.
Siamo entrati facilmente in sintonia e in amicizia perché in lui ho sempre riconosciuto la voglia di non fermarsi mai alle cose facili e di mettersi sempre in gioco.
Per questa ragione non mi ha meravigliato vederlo all’opera in Quadra – la bella azienda fondata da Ugo Ghezzi, imprenditore nel settore delle energie rinnovabili, nel 2003 – e cercare di rompere alcuni schemi classici del noto distretto spumantistico della Franciacorta.
In Franciacorta Mario c’era arrivato già nel 1997 dove per dieci anni è stato direttore generale di Contadi Castaldi, azienda del gruppo Terra Moretti.
Anche lì Mario si dimostrò un “rivoluzionario”, introducendo notevoli innovazioni anche sul fronte comunicativo ideando, ad esempio, il Gioco delle Cuvée con l’obiettivo di far comprendere ai più autorevoli giornalisti del vino ed opinion leader, il significato dello strategico momento della creazione di una cuvée di Franciacorta Satèn in cantina.
Una delle iniziative più creative e utili che siano state fatte nel panorama della comunicazione del vino italiano.
Insomma erano tante le ragioni che mi hanno portato a visitare Quadra in quel di Cologne (Brescia), nell’ambito del nostro Italian Wine Tour.
E Mario, come al solito, non ha deluso le mie aspettative allargando il suo racconto di Quadra in una disamina profonda del sistema Franciacorta e, più in generale, del vino italiano.
Ho sempre apprezzato i manager come Mario Falcetti proprio per questa ragione, perché cercano sempre di contestualizzare la loro esperienza all’interno del territorio e del settore in cui operano.
Tante, forse troppe volte si incontrano manager ed imprenditori che parlano della loro realtà come se tutto fosse racchiuso esclusivamente all’interno della loro azienda.
Dopo la sua esperienza decennale in Contadi Castaldi, già orientata all’innovazione, Mario ha accelerato ulteriormente su questa strada “trasgressiva” anche in casa Quadra.
Gli elementi di trasgressione li si individuano già nella scelta ampelografica dove oltre allo Chardonnay che oggi occupa circa il 60% della superficie aziendale, il restante 40% se lo dividono il Pinot Bianco e il Pinot Nero.
Il concetto di zonazione è rimasto forte nella filosofia produttiva di Mario, tanto che al Pinot Bianco sono stati dedicati tre habitat fortemente complementari tra loro mentre al Pinot Nero sono state destinate alcune parcelle collinari caratterizzate da suoli morenici.
Al tempo stesso, però, negli anni Mario ha sviluppato una forte sensibilità al mercato e questo l’ha portato a dare un’identità sempre più riconoscibile ai suoi vini anche per quello che riguarda l’immagine a partire dal packaging.
Ma soprattutto Mario ha dato un’impronta commerciale molto definita e per certi aspetti originale a Quadra. “All’inizio della mia esperienza in Quadra – spiega Mario – abbiamo fatto una scelta molto importante di farci distribuire da una delle realtà distributive più importanti del nostro Paese come Meregalli che ci ha consentito in sei, sette anni di farci conoscere nella migliore ristorazione italiana”. Ma sempre a dimostrazione dell’irrequietezza di Mario, l’azienda ad un certo punto ha deciso di cambiare strada. “Non certo per sfiducia nei confronti di una distributore eccellente come Meregalli – racconta – ma semplicemente perché si erano evoluti i nostri fabbisogni e avevamo bisogno di un modello commerciale più dinamico e flessibile”.
Questa la ragione che ha portato Quadra ha costruire una propria rete commerciale in tutta Italia.
“Con un assetto variabile, però – specifica Mario – cioè scegliendo agenti o piccoli distributori a seconda delle caratteristiche delle diverse aree. E soprattutto senza il vincolo dell’esclusiva che ho eliminato dal mio vocabolario commerciale. E questo semplicemente con onestà, perché non la posso garantire fatta eccezione di dove c’è un mandato di agenzia specifico. Il tutto all’insegna di una grande trasparenza e correttezza di listini prezzi e condizioni di vendita, ma senza garantire riserve di caccia”.
Anche questo è Mario Falcetti, dire sempre quello che pensa, costi quel che costi.
Pure sul tema export Mario ha le idee molto chiare e, come si dice in gergo, non le manda a dire.
“La nostra attività export è abbastanza ridotta ma non per nostra volontà – evidenzia Mario – piuttosto perché semplicemente il brand Franciacorta non ha ancora un appeal sufficiente nella gran parte dei mercati internazionali e questo, pertanto, non garantisce alle nostre bollicine il riconoscimento del giusto posizionamento”.
Più chiaro di così…
Finite le “chiacchiere” tra amici siamo entrati nei vini Quadra, oggi rappresentati in 7 etichette che compongono una produzione complessiva di circa 160.000 bottiglie, compreso l’ultimo nato, il Green Vegan Brut che conferma la vena innovativa di Mario Falcetti.
Ma la degustazione non poteva non partire che da un Satèn che lo stesso Mario ha definito il suo vino del cuore: “Se dovessi scegliere un vino da portare nella classica isola deserta o sulla Luna non avrei dubbi, sarebbe il Satèn”. Sul fronte Saten Mario si è voluto togliere con la consueta ironia anche un altro sassolino dalla scarpa: “Sento dire da qualche collega od operatore che forse il Satèn non è cosi rappresentativo della Franciacorta e invece io sono convinto che mai come questa tipologia sia in grado di calzare a pennello come un guanto questo nostro territorio”.
“Basterebbe guardare dall’alto, con un drone, la Franciacorta per rendersi conto – aggiunge Mario – che si tratta di un territorio morbido dove non ci sono asperità. E questo si traduce inevitabilmente in dei vini dove è molto difficile ottenere le verticalità, mentre sono possibili straordinarie ed eleganti morbidezze. E siccome il vino dovrebbe sempre essere un’interpretazione autentica delle caratteristiche reali di un territorio penso che il Satèn racconti la Franciacorta nella sua anima più vera”.
Questo è Mario Falcetti e questa è Quadra.
Noi ci siamo ancora una volta divertiti e appassionati e ovviamente Gino ci riporterà presto anche qui.