Abbiamo preso in considerazione i dati che emergono dal report dell’Osservatorio del vino di UIV riguardanti l’export di vino italiano nel primo semestre 2022.
Per quanto riguarda l’export in valore emerge un andamento positivo in generale (+13,5%) rispetto all’anno passato con una crescita prepotente degli spumanti (+25,5%) ed un ottimo slancio dei vini fermi imbottigliati (+11%) e dello sfuso (+13%).
Agli antipodi i risultati per quanto riguarda i volumi che in generale restano stabili (+0,4%) solo grazie al contributo determinante degli spumanti che raggiungono +11% e, in misura decisamente minore, anche grazie alla spinta dei vini passiti (+9%) rispetto al primo semestre 2021. Le altre tipologie registrano contrazioni, in particolare i vini frizzanti imbottigliati (-9%).
I prezzi al litro segnalano una evidente crescita generalizzata (13%) su tutte le tipologie, in particolare sullo sfuso (17%) a 0,87 €/L, sui 2-10 litri (15%) a 2,35 €/L e sullo spumante (13,5%) che supera la soglia psicologica dei 4 euro attestandosi a 4,13€/L.
Con un’inflazione media al 7% ed i rincari che le aziende stanno subendo su logistica, materie prime ed energia si presume che la crescita reale possa attestarsi in una forbice tra 2-3%.
Analizzando il valore dell’export di vino italiano per trimestre, è evidente un dato straordinario. Dopo un primo trimestre 2022 a 1,70 miliardi, nel secondo trimestre 2022 è stato raggiunto il record di oltre 2 miliardi di euro (2,07 per la precisione).
È anche la prima volta che il secondo trimestre registra valori maggiori rispetto al quarto trimestre dell’anno precedente (storicamente il quarto trimestre è quello in cui l’export a valore raggiunge i picchi più alti).
Risultati spumanti
Prendendo in analisi gli spumanti ed in particolare Prosecco e Asti i dati ci dicono che, nonostante il conflitto ucraino e le sanzioni contro la Russia, si sono ampliati dei mercati alternativi che hanno garantito delle crescite rilevanti in questo primo semestre 2022. Il Prosecco ha subito una flessione in volume in Russia del 32% e del 54% in Ucraina, l’Asti rispettivamente del 25% e 41%. Tuttavia, Il Prosecco è stato in grado di incrementare il suo export in volume del 104% in Lettonia, 66% in Lituania e 45% in Polonia. Ha fatto ancora meglio (partendo da una base chiaramente più modesta) l’Asti che è cresciuto rispettivamente del 297% in Lettonia, 86% in Lituania e 230% in Polonia.
Oltre agli ottimi risultati nei mercati del Baltico, il Prosecco cresce in quasi tutti i principali mercati, +1% in Belgio, +13% in Canada, +8% in Francia, +18% in Germania, +15,5% in Svizzera, +20% in UK e +10% in Usa. La Svezia è l’unico mercato che segna una notevole contrazione in volume del 22% rispetto al primo semestre del 2021.
Risultati vini fermi
I risultati a volume dei vini fermi confezionati premiano maggiormente i vini bianchi rispetto ai rossi, i primi crescono del +2% (2,4 milioni di ettolitri) mentre i secondi flettono del -2% (2,9 milioni di ettolitri).
Dati positivi per i volumi dei vini bianchi nel Regno Unito (+12%) e crescite in Nord Europa e Canada (+15%). Deludono gli Usa (-4%, con veneti Dop a -7%) e la Germania (-3%, ma con i veneti in salute a +4%).
L’export in volume dei vini rossi confezionati si salva solo in Scandinavia, Giappone (+20%) e Belgio, mentre Germania (-4%), Usa (-5%), Paesi Bassi, Svizzera (-7%), Canada (-4%) segnano una contrazione. Dopo un 2021 straordinario, si registrano cali drastici in Cina (-30%) e Corea del Sud (-30%).