Secondo le stime, la crescita del volume di mercato e del consumo medio annuo di vini in Russia nel periodo 2020-2021 sarà di circa il 2,5% all’anno. 
I dati storici rappresentano una base rassicurante e positiva da cui partire: le importazioni di vini in Russia sono cresciute del 388%, passando da 267 milioni di euro del 2003 all’1,038 miliardo del 2019. 
L’import 2019 (1,038 miliardo) ha registrato una crescita del 16% in più rispetto al 2018 (895,355 milioni di euro).
Le ultime stime segnalano per il 2019 un consumo medio di 12,9 litri di vino pro-capite, stabile rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda il vino italiano, dal 2013 il nostro export in Russia è cresciuto di oltre 18 volte passando dai 16 milioni del 2003 ai 302 milioni del 2019.
A conferma dell’andamento positivo, nel 2019 l’Italia è stato il primo Paese fornitore con 302 milioni di euro di fatturato export (+14,1% rispetto al 2018) e una quota che arriva quasi al 30% del mercato. 
I dati più recenti confermano che, nonostante la pandemia, il mercato russo è rimasto interessante e dinamico: nel 1° semestre del 2020 l’Italia è sempre leader tra i Paesi fornitori della Federazione Russa, con 101,7 milioni di euro di fatturato export e una quota di mercato pari al 27,27%, con punte del 60,13% per il comparto degli spumanti.

Resta il fatto che la maggior parte del mercato russo è occupato dai vini di produzione locale. Il rapporto tra il vino prodotto in Russia e quello importato è di circa 1 a 5 a favore della produzione locale. 
I consumatori russi preferiscono il vino rosso (50%), gli spumanti rappresentano il 25% del mercato, i vini bianchi circa il 20%. Per quanto concerne le fasce di prezzo, oltre il 50% del mercato russo è occupato da vini di prezzo medio, i vini della categoria “economica” rappresentano poco meno del 40% ed i vini premium, seppure in crescita, rappresentano la quota minore.

I margini di espansione del vino nel mercato russo sono ampi, visto che – contrariamente a quanto si pensi – il 70% dell’alcool venduto (e bevuto) in Russia è rappresentato dalla birra. La vodka copre solo il 7% delle vendite ed il vino poco di più del 10%. 
Inoltre il Governo sta mettendo in campo finanziamenti per i produttori locali finalizzati a favorire l’impianto di nuovi vitigni e l’aggiornamento del parco macchine per la coltivazione di uve e per la vinificazione.
I Ministeri russi delle Finanze e della Sanità stanno inoltre lavorando per cambiare la struttura del mercato delle bevande alcoliche in modo tale da favorire le bevande a medio contenuto alcolico rispetto ai superalcolici. Questo è un aspetto che potrebbe permettere al settore del vino di erodere quote di mercato alla vodka ed ai superalcolici.

Bisogna tener presente che l’introduzione di vini di origine straniera in Russia è soggetto ad una serie di procedure doganali e la presentazione di diversi certificazione che costituiscono barriere tecniche e commerciali. Dazi, accise e tasse di sdoganamento influenzano il prezzo del prodotto. Inoltre le oscillazioni del tasso di cambio del rublo possono far aumentare o al contrario diminuire il prezzo dei prodotti e di conseguenza agire direttamente sui volumi di vendita.

Qui il Report completo.