La Cina ha rappresentato il più grande mercato di esportazione di vino australiano, l’Australia ha esportato 1,15 miliardi di dollari australiani di vino in Cina nel 2020. Ma a partire dal 28 marzo scorso, il Ministero del Commercio cinese ha annunciato la decisione di imporre dazi fino al 218,4% sui vini australiani per un periodo di cinque anni.

Il governo di Canberra aveva annunciato già nel 2020 il ricorso all’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) contro i dazi doganali imposti da Pechino alle sue esportazioni. 

L’Australia ha accusato il governo cinese di interferenze politiche, campagne di fake news e spionaggio. 
A sua volta la Cina ha criticato l’Australia per l’atteggiamento “ostile”, prima in relazione alla richiesta di un’indagine sull’origine del coronavirus e successivamente per la presa di posizione nel condannare il trattamento degli Uiguri nella regione dello Xinjiang.

Come riporta Vino Joy News, nei primi tre mesi del 2021 l’Australia ha esportato solo 4,23 milioni di litri di vini in Cina, un calo dell’81% rispetto all’anno precedente.
Prima che venissero imposti i dazi, il vino australiano occupava circa il 40% della quota di mercato nel Paese asiatico, davanti a Francia e Cile. 

E proprio questi due Paesi hanno approfittato maggiormente del vuoto lasciato dai vini australiani. 
La Francia è divenuto il primo fornitore di vino imbottigliato della Cina in termini di volume (27,1 milioni di litri), con una straordinaria crescita del 16% rispetto allo stesso periodo del 2020.

Per quanto riguarda il Cile, secondo i dati diffusi dall’Ufficio Studi delle Dogane, le esportazioni complessive del Paese sudamericano verso la Cina nei primi tre mesi del 2021 sono aumentate del 42,4% rispetto allo stesso periodo del 2020.

Nello specifico, le esportazioni di vino cileno verso la Cina da gennaio a marzo sono aumentate del 40,6%, anche se il dipartimento non ha rilasciato i dati esatti riguardanti volumi e valore.

Il direttore nazionale delle dogane José Ignacio Palma ha dichiarato al quotidiano locale The Rio Times: “la prima metà del 2021 dimostra ancora una volta che il gigante asiatico è oggi la pietra angolare del commercio estero cileno, quindi molti dei nostri sforzi di controllo ed ispezione sono concentrati sui processi di importazione ed esportazione con questo paese”.

Grazie all’accordo di libero scambio tra i due Paesi, il vino cileno gode di una tariffa d’importazione pari a 0% rispetto al solito 14%.

Ad ulteriore conferma del trend positivo, Concha y Toro – principale esportatore di vino cileno – ha riportato una crescita incredibile del 128% in Cina nel primo trimestre 2021.
In generale, i volumi di esportazione del gruppo vinicolo sono aumentati del 40% nei primi tre mesi dell’anno, guidati da un incremento del 128% in Cina e da un altro sorprendente aumento del 266% in Corea del Sud.

Nel 2020, il Cile si è aggiudicato il terzo posto come fornitore di vino della Cina dietro Australia e Francia, nonostante abbia esportato 197 milioni di euro di vini in Cina, con un calo del 37% rispetto al 2019. 
Visti gli entusiasmanti risultati del primo trimestre 2021, la sua posizione è destinata senz’altro a salire.