L’OIV (Organisation Internationale de la vigne et du vin), la più autorevole organizzazione mondiale del vino, ha stilato un importante report aggiornato ad aprile 2021 sullo stato e sui dati evolutivi della vitivinicoltura mondiale.
La prima banale sensazione che si avverte analizzando questo report è rasserenante, poteva andare molto peggio. Nell’anno della crisi Covid-19, a livello globale cala il volume del consumo di vino del 3% ed il mercato mondiale delle esportazioni si è leggermente contratto in volume raggiungendo 105,8 mhl (-1,7% /2019) ed in valore, con 29,6 mldEUR (-6,7% /2019).
La chiusura totale o parziale del canale Horeca ha causato un calo delle vendite in valore e in misura minore in volume, solo parzialmente compensato dall’aumento delle vendite di vino tramite l’e-commerce e la grande distribuzione.
Ad eccezione del Prosecco, lo spumante è la categoria di vini che ha sofferto maggiormente nel 2020. Al contrario, le vendite di vino bag-in-box hanno registrato un forte aumento anche se i volumi complessivi rimangono bassi.
Il direttore generale dell’OIV, Pau Roca Blasco, ha ricordato che per i produttori di vino c’è stata e continuerà ad esserci la necessità di adattarsi alla diversificazione dei mercati e dei canali di distribuzione: “Il settore è altamente concentrato, e quindi rischioso. Questo ci dimostra che la diversificazione è necessaria, a partire dal consumo”.
Il consumo di vino
Il consumo mondiale di vino nel 2020 è sceso di 7 milioni di ettolitri (234 milioni di ettolitri totali), un calo del 3% rispetto al 2019. Questa contrazione è analoga a quella osservata in occasione della crisi finanziaria mondiale del 2008/2009, si tratta del record negativo dal 2002.
Ciononostante data data l’incertezza generale affrontata nel 2020 ed il margine di errore esistente nella stima del consumo mondiale di vino, questo dato deve essere preso con cautela.
Le tendenze nei principali paesi consumatori di vino
Ancora una volta gli USA si confermano primo consumatore di vino al mondo, con 33,0 Mio hl nel 2020. Questo volume è in linea con il 2019 nonostante l’impatto della crisi sanitaria del Covid-19, dando prova della resilienza del mercato. Ciò potrebbe essere dovuto alle misure di lockdown relativamente meno stringenti e a un notevole balzo in avanti dell’e-commerce negli USA.
Per quanto riguarda la Cina, il consumo di vino 2020 è stimato in 12,4 Mio hl, segnando una caduta del 17,4% rispetto al 2019. Il severo confinamento del primo trimestre dell’anno ha sicuramente avuto il suo peso. In ogni caso, questo calo vertiginoso per il terzo anno consecutivo parrebbe porre fine alla rapida crescita del consumo di vino registrata dall’inizio del secolo.
Il Giappone è il secondo maggior consumatore in Asia e registra un livello di consumo stabile per il settimo anno consecutivo, con 3,5 Mio hl stimati.
L’Unione Europea, che rappresenta il 48% del consumo mondiale, ha consumato un volume stimato di vino pari a circa 112 Mio di hl, in linea con il 2019. L’apparente stabilizzazione a livello aggregato nasconde evoluzioni eterogenee nei diversi Stati membri:
- La Francia ha registrato un livello di consumo identico a quello del 2019 (24,7 Mio hl), ma inferiore del 7,8% rispetto alla propria media quinquennale.
- L’Italia, che rappresenta il secondo mercato dell’UE, ha registrato invece il più alto livello di consumo dell’ultimo decennio, con 24,5 Mio hl. L’Italia ha consumato il 7,5% in più in confronto al 2019 (+10% rispetto alla propria media quinquennale).
- Mantenendo la sua posizione di terzo consumatore dell’UE (quarto a livello mondiale), la Germania ha segnato un livello di 19,8 Mio hl nel 2020 (+0,2%/2019).
- Situazione diametralmente opposta per la Spagna, che nel 2020 ha consumato 9,6 Mio hl, ossia −6,8% rispetto al 2019.
- Analogamente, in paesi come Portogallo (4,6 Mio hl, −0.6%/2019), Romania (3,8 Mio hl, −1,9%/2019), Belgio (2,6 Mio hl, −3,1%/2019), Svezia (2,2 Mio hl, −2,3%/2019) e Ungheria (1,9 Mio hl, −10,2%/2019) si osserva una diminuzione del consumo di vino nel 2020. Questi paesi hanno anche visto un significativo calo rispetto alla propria media quinquennale, con un picco di −22% registrato in Ungheria.
- Sebbene l’Austria (2,3 Mio hl) abbia segnato un aumento del 2,2% rispetto al 2019, ha registrato una diminuzione del 2,5% rispetto al valore della propria media quinquennale.
Rimanendo in Europa, ma al di fuori dell’UE, in Regno Unito il consumo stimato per il 2020 è di 13,3 Mio hl (+2,2%/2019), rappresentato prevalentemente da vini importati.
In Europa orientale, il consumo della Russia è stimato in 10,3 Mio hl, ossia +3% rispetto al 2019. Tendenza opposta quella osservata in Svizzera (2,6 Mio hl), che registra un calo dell’1,6% rispetto al 2019.
In America meridionale il consumo di vino 2020 è complessivamente aumentato rispetto al 2019:
- In Argentina, con 9,4 Mio hl, il consumo di vino è cresciuto del 6,5% rispetto al 2019.
- Con 4,3 Mio hl nel 2020, il Brasile (+18,4%/2019) ha registrato il più alto livello di consumo dal 2000.
- In Cile è stato registrato un consumo di vino pari a 1,8 Mio hl. Sebbene questo livello sia maggiore dell’1,4% rispetto al 2019, è ancora del 20,2% inferiore alla media quinquennale.
Con un calo del 19,4% rispetto al 2019, il Sud Africa (3,1 Mio hl) ha registrato il consumo di vino più basso degli ultimi 20 anni. Il livello del 2020 è inferiore del 26,7% rispetto alla media quinquennale. Uno dei principali fattori di questo calo del consumo è sicuramente collegato alla crisi del Covid-19: durante il lockdown la vendita locale di alcol (anche online) è stata proibita per 14 settimane, tagliando le opportunità di vendita del 30%, secondo il SAWIS.
In Australia, il consumo di vino è stimato in 5,7 Mio hl, un valore inferiore del 3,7% rispetto a quello osservato nel 2019, ma in linea con la media quinquennale.
Il commercio internazionale di vino
In un 2020 segnato dalla crisi, il mercato mondiale delle esportazioni di vino, si è contratto in volume solo del -1,7% rispetto al 2019, toccando i 105,8 Mio hl ma ha segnato un calo più consistente in valore, con 29,6 Mrd di euro (−6,7%/2019). Inoltre, la struttura e la composizione delle esportazioni mondiali hanno sperimentato alcuni notevoli cambiamenti.
Ne sono un esempio:
• i dazi ritorsivi statunitensi nei confronti di alcuni paesi europei (in particolare Francia, Spagna e Germania);
• i dazi cinesi sui vini australiani;
• le incertezze della Brexit relativamente alle future procedure amministrative per il commercio con i 27 paesi dell’UE.
Il volume delle esportazioni mondiali
Nonostante il lieve calo (−1,7%) rispetto al 2019, il volume globale delle esportazioni 2020 (105,8 Mio hl) è in linea con l’ultima media decennale.
Nel 2020 il commercio internazionale di vino in termini di volume è stato dominato principalmente da tre paesi dell’UE (Italia, Spagna e Francia), che hanno esportato complessivamente 54,6 Mio hl di vino, ovvero il 52% del mercato mondiale. La quota in volume di questi tre paesi messi insieme è diminuita di 1 Mio hl rispetto al 2019, quando era del 53%. Questa diminuzione relativa può essere attribuita principalmente alla Spagna (−6%/2019) e alla Francia (−5%/2019), mentre il calo dell’Italia rispetto al 2019 è stato pari al 2%.
L’Italia è il maggior esportatore del 2020, con 20,8 Mio hl esportati e una quota del mercato mondiale pari al 20%.
I Paesi che hanno registrato flessioni rispetto al 2019: Italia (20,8 Mio hl, −2,4%), Spagna, (20,2 Mio hl, −5,9%), Francia (13,6 Mio hl, −4,9%), Cile (8,5 Mio hl, −2,2%), Germania (3,4 Mio hl, −10,3%) e Sud Africa (3,6 Mio hl, −11,9%)
I Paesi che hanno registrato crescite rispetto al 2019: Australia (7,5 Mio hl, +0,5%), Argentina (4,0 Mio hl, +27,0%), USA (3,6 Mio hl, +1,8%), Portogallo (3,1 Mio hl, +5,3%) e Nuova Zelanda (2,9 Mio hl, +6,0%).
Il valore delle esportazioni mondiali
Interrompendo di fatto la crescita progressiva iniziata nel 2010, il valore complessivo delle esportazioni di vino nel 2020 si è ridotto del 6,7% rispetto al 2019, attestandosi a 29,6 Mrd di euro. Questa riduzione è sicuramente collegata alle restrizioni imposte a causa della pandemia di Covid-19 (in particolare la chiusura del canale Horeca), che hanno indotto una contrazione della domanda di vini premium.
Francia, Italia e Spagna sono i principali esportatori nel 2020 in termini di valore, con 8,7 Mrd EUR, 6,2 Mrd EUR e 2,6 Mrd EUR rispettivamente. Questi tre paesi rappresentano il 59% del valore totale dei vini esportati nel 2020. Ciò nonostante, ciascuno di essi ha visto ridurre il valore delle proprie esportazioni: Francia −10,8%, Spagna −3,4% e Italia −2,4%.
In termini di valore, la Francia si conferma il primo esportatore anche nel 2020, con esportazioni di vino pari a 8,7 Mrd EUR.
I Paesi che hanno registrato flessioni rispetto al 2019: Francia (−1,1 Mrd EUR, −10,8%/2019), Germania (−162 Mio EUR, −16,0%/2019), Italia (−154 Mio EUR, −2%/2019), Cile (−121 Mio EUR, −7%/2019), USA (−107 Mio EUR, −9%/2019) e Spagna (−92 Mio EUR, −3%/2019).
I Paesi che hanno registrato crescite rispetto al 2019: Nuova Zelanda (+49 Mio EUR, +4%/2019) e Portogallo (+27 Mio EUR, +3%/2019).
L’export per tipologia di prodotto
I vini in bottiglia (<2 litri) hanno rappresentato il 53% dei volumi commerciati complessivamente nel 2020, una quota in linea con gli ultimi due anni.
Tra i principali paesi esportatori, nel 2020 le quote di esportazioni in bottiglia sono molto elevate in volume in Portogallo (81%), Germania (73%), Francia (71%) e Italia (59%).
I vini imbottigliati rappresentano il 70% del valore totale dei vini esportati in tutto il mondo nel 2020. Portogallo (92%), Argentina (89%), Cile (81%) e Australia (77%) detengono le maggiori quote di export 2020 in termini di valore.
I vini spumanti non hanno vissuto un’annata particolarmente lucrativa, con un calo sia in termini di volume (−5%/2019) che di valore (−15%/2019). Ciò può spiegarsi con le difficoltà legate al Covid-19, che non hanno permesso la celebrazione di molti eventi e occasioni di socializzazione, contraendo la domanda di vini spumanti in tutto il mondo. Inoltre, anche la chiusura del canale Ho.Re.Ca., particolarmente importante per la distribuzione di vini spumanti, può spiegare parzialmente tale declino.
Le quote di export di Italia, Francia e Spagna, che nel 2020 hanno rappresentato in volume rispettivamente il 20%, il 13% e l’8%, si sono ridotte del 2%, 13% e 5% rispettivamente in rapporto al 2019. Nonostante la quota relativamente piccola in termini di volume (9%), nel 2020 i vini spumanti hanno rappresentato il 19% delle esportazioni mondiali in termini di valore.
Uno scenario opposto è invece quello del commercio di vini in recipienti di contenuto compreso tra i 2 e i 10 litri, più comunemente noti come Bag-in-Box® (BiB). Nel 2020 questa categoria rappresenta il 4% dei volumi esportati a livello mondiale e il 2% del valore totale. Germania, Sud Africa e Portogallo sono stati i maggiori esportatori sia in volume (17%, 11% e 10% rispettivamente) che in valore (9%, 8% e 5% rispettivamente) tra i principali esportatori. Nel 2020 questa categoria ha visto la crescita maggiore rispetto agli altri tipi di prodotto sia in termini di volume (+12%) che di valore (+8%) rispetto al 2019.
L’unica categoria con il segno positivo in Italia, Spagna e Francia è stata il BiB, che ha segnato tassi di crescita sia in volume (rispettivamente 27%, 41% e 13%), sia in valore (rispettivamente 21%, 23% e 7%). Al contrario, i vini spumanti sono calati in rapporto al 2019 sia in volume (rispettivamente −2%, −5% e −13%), sia in valore (rispettivamente −7%, −14% e −19%).
In confronto al 2019, le esportazioni di vino sfuso (>10 litri) nel 2020 rimangono stabili in termini di volume e segnano una crescita in termini di valore (+4%/2019). I paesi nei quali la quota di volume esportato sfuso è stata predominante sono gli USA (63%), la Spagna (53%), l’Australia (51%) e il Sud Africa (46%).
Rispetto al 2019, i volumi esportati di vino sfuso sono significativamente cresciuti in Argentina (+81%), Nuova Zelanda (+26%), USA (+15%) e Australia (+11%), mentre hanno registrato una caduta in Germania (−32%), Portogallo (−19%), Sud Africa (−18%), Italia (−15%) e Spagna (−10%). Sebbene il vino sfuso rappresenti il 34% del volume totale delle esportazioni di vino, il suo valore è pari ad appena il 9% del valore totale delle esportazioni di vino.
I principali importatori di vino
I tre principali importatori del 2020 in termini di volume sono stati Regno Unito, Germania e USA, che hanno importato complessivamente 41 Mio hl, ovvero il 39% del totale mondiale. Questi tre paesi rappresentano il 38% del valore totale delle importazioni mondiali, con 11,5 Mrd EUR.
Il maggior importatore in termini di volume nel 2020 è stato il Regno Unito, con 14,6 Mio hl (+4%/2019), sebbene si piazzi solo al secondo posto in termini di valore, con 3,8 Mrd EUR importati nel 2020 (−4%/2019).
I vini spumanti rappresentano nel 2020 il 18% del valore delle importazioni totali del Regno Unito, con un drastico calo del 17% rispetto al 2019, quando rappresentavano il 21%. Tale declino può essere imputabile a una combinazione dell’impatto delle restrizioni dovute alla pandemia di Covid-19 nel Regno Unito e delle perturbazioni degli scambi commerciali legate alla Brexit.
Il vino sfuso è il prodotto che vede la maggior crescita in termini di volume (+11%/2019) e di valore (+12%/2019) delle importazioni e occupa la seconda posizione (40% in volume e 18% in valore) tra le importazioni britanniche, dopo il vino imbottigliato.
La Germania nel 2020 è il secondo importatore mondiale in termini di volume, con 14,1 Mio hl, e il terzo in valore, con 2,6 Mrd EUR.
Il vino sfuso continua a rappresentare la quota principale (57%) del volume delle importazioni tedesche, nonostante un calo del 7% rispetto al 2019, e la seconda quota in valore, con il 19% (−3%/2019). Il vino in bottiglia si mantiene in linea con il 2019, rappresentando il 38% in volume (+1%/2019) e il 65% in valore (+0%/2019) del totale delle importazioni 2020 della Germania.
Nel 2020 gli USA mantengono il proprio volume di vino importato a 12,3 Mio hl, anche a fronte di un notevole calo in termini di valore (−11%), con 5,2 Mrd EUR. Malgrado questa contrazione, gli USA si confermano in prima posizione per quanto riguarda il valore delle importazioni. Il vino sfuso, che rappresenta il 30% del volume complessivo importato dagli USA, è cresciuto del 9% nel 2020. Sia il vino in bottiglia che il vino spumante, che rappresentano rispettivamente il 72% e il 22% del valore, si sono contratti del 12% e dell’11% rispetto al 2019, probabilmente a causa dell’aumento dei dazi su alcuni vini europei a partire da ottobre 2019.
La Francia, con 6,3 Mio hl, vede una contrazione del 14% dei volumi importati tra 2019 e 2020, mentre il valore delle importazioni segna una riduzione del 12%. Il vino sfuso rappresenta la quota maggiore (78%) dei volumi importati nel 2020, con un calo del 15% rispetto al 2019, mentre il vino in bottiglia, che rappresenta la quota maggiore in valore (54%), ha visto nel 2020 un crollo del 16%. La categoria del BiB, che rappresenta il 3% del volume totale delle importazioni francesi, ha segnato la maggior crescita relativa in volume (+14%/2019).
I Paesi Bassi, con un incremento dell’11% del volume delle importazioni, raggiungono i 4,7 Mio hl, scalando la classifica e piazzandosi al quinto posto tra i maggiori importatori del 2020 in volume, e confermando Francia, Germania, Italia e Spagna quali quattro principali controparti commerciali. Inoltre, i Paesi Bassi hanno segnato una crescita del 9% in valore, arrivando a 1,3 Mrd EUR. I vini in bottiglia rappresentano nel 2020 la quota maggiore delle importazioni olandesi sia in volume che in valore (entrambi 85%), in crescita rispettivamente del 13% e dell’11%.
In Canada, rispetto al 2019, si osserva un aumento del volume (4,5 Mio hl, +8%/2019) e una leggera contrazione del valore (1,7 Mrd EUR, −1%/2019). La categoria BiB ha segnato la crescita maggiore nel 2020, con +24% in volume e +19% in valore, sebbene rappresenti appena il 2% del volume importato totale.
In Cina, al contrario, si registra un crollo dei volumi importati (−30%/2019), che scendono a 4,3 Mio hl nel 2020. Con una contrazione complessiva del 27% rispetto al 2019, la tendenza è analoga in termini di valore, con 1,6 Mrd EUR. Questo netto calo può essere imputabile alla chiusura delle frontiere e alle severe misure di lockdown imposte in Cina durante la crisi sanitaria del Covid-19. In tutte le categorie si osservano contrazioni simili, ma i vini imbottigliati, che rappresentano la maggior quota delle importazioni cinesi, sono scesi del 32% in volume e del 26% in valore.