Il 15 novembre 2020 è stato firmato, dopo 8 anni di negoziazioni, il RCEP (Regional Comprehensive Economic Partnership), un accordo di libero scambio che coinvolge i 10 Paesi dell’ASEAN (Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia e Vietnam) e Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda. I singoli Stati hanno adesso due anni di tempo per ratificare il trattato, prima della sua effettiva entrata in vigore
È un accordo ambizioso, che permetterà la nascita della più grande area di cooperazione economica. I numeri sono infatti impressionanti: nell’area risiede il 30% della popolazione mondiale (2,2 miliardi) e viene generato circa il 28% del PIL globale.
Nel frattempo, l’India resta alla finestra, dopo essersi ritirata dall’accordo nel 2019 per paura di essere invasa da prodotti esteri a basso prezzo che avrebbero danneggiato le aziende nazionali; un suo futuro ingresso nell’RCEP andrebbe a incrementare ulteriormente il peso di quest’ultimo sull’economia mondiale.
L’obiettivo del trattato è dunque creare un’area di cooperazione e libero scambio, mediante l’abbattimento del 90% delle tariffe sul commercio interno, fatta eccezione per agricoltura, buona parte del settore dei servizi e settori strategici. In aggiunta, l’accordo prevede di uniformare la regolamentazione sull’origine dei prodotti, ma non fissa standard di produzione comuni né cita sostenibilità ambientale o sociale.
I Paesi dell’area sono estremamente variegati e presentano differenti gradi di sviluppo, si può tuttavia affermare che sono economie in crescita e sono in atto grandi investimenti per potenziare i collegamenti commerciali con l’Europa e l’Africa, nel quadro della Belt and Road Initiative, la Nuova via della seta.
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L’Europa è già attiva nella negoziazione di accordi sul libero scambio con i membri dell’RCEP: nel 2019 sono entrati in vigore gli accordi con Singapore e Giappone, mentre risulta effettivo dal 1° agosto 2020 l’EU-Vietnam free trade agreement, che ha comportato un immediato abbattimento del 65% dei dazi per i prodotti europei e l’impegno a rimuovere gradualmente il restante 35% nei prossimi 10 anni.
Il Vietnam ha un’economia in crescita, che non ha rallentato anche nel 2020, con un aumento del Pil del 2,9% e che il Fondo Monetario Internazionale stima crescere del 6,5% nel 2021 grazie alla partecipazione ai due accordi che renderanno il Paese uno snodo logistico fondamentale del commercio nella regione. Inoltre, il Vietnam è diventato recentemente una meta del turismo internazionale, con 13 milioni di visitatori nel 2018, ciò ha favorito un aumento della domanda di prodotti made in Italy: le esportazioni di vino hanno raggiunto gli 11,5 milioni di euro, con un CAGR del 10,3% per il periodo 2019-2023.
In attesa di cogliere quale sarà la portata dell’RCEP, è fondamentale iniziare il consolidamento di relazioni commerciali coi Paesi dell’area per avere accesso a un mercato di 2 miliardi di persone.
Noi di Wine Meridian in collaborazione con Unit Unexpected siamo già attivi nella zona con i nostri incontri B2B per permettere alle cantine italiane un supporto nei paesi asiatici, l’Unit Wine Tour: Mission Asia 2021.
Si partirà il 7 settembre dal Kazakhstan, a seguire Azerbaijan 9 settembre, Vietnam 29 settembre-1 ottobre, Taiwan 4 ottobre, Corea del Sud 6 ottobre e Thailandia 18 novembre.