Dal 2003, il Rapporto Ismea-Qualivita offre annualmente una fotografia dettagliata sulle produzioni alimentari e vitivinicole DOP, IGP e STG. Il Rapporto 2021 prende in analisi lo scenario europeo e italiano delle DOP IGP, i dati produttivi 2020 dei comparti agroalimentare e vitivinicolo, i risultati economici suddivisi per regione, i consumi nel canale GDO e l’evoluzione del comparto dei prodotti trasformati.
Ci concentreremo sul comparto vitivinicolo, non tanto per andare ad analizzare i risultati economici o i dati produttivi ma per dare un quadro d’insieme della diffusione delle denominazioni sul territorio nazionale e provare a stimolare delle riflessioni su questo patrimonio nazionale.
I vini DOP IGP italiani sono 526 (408 DOP e 118 IGP), per un valore di 9,27 miliardi di euro nel 2020, di cui l’81% (7,49 miliardi) è vino imbottigliato DOP ed il restante 19% IGP (1,78 miliardi).
Questa produzione coinvolge 113.335 operatori, di cui 102.130 viticoltori, 14.870 vinificatori e 2.974 imbottigliatori.
I primi 5 vini DOP e IGP per valore sono Prosecco DOP, Delle Venezie DOP, Conegliano Valdobbiadene DOP, Asti DOP e Amarone della Valpolicella DOP, mentre per quanto riguarda i volumi la “top five” è rappresentata da: Prosecco DOP, Delle Venezie DOP, Puglia IGP, Montepulciano d’Abruzzo DOP, Sicilia DOP.
Nel 2020 i maggiori mercati export del vino DOP e IGP italiano sono stati Stati Uniti , Germania, Regno Unito, Svizzera e Canada per un valore totale di 5,57 miliardi di euro. Il 62% del vino DOP e IGP esportato è diretto ai Paesi extracomunitari, mentre il 38% si rivolge al mercato comunitario.
Il trend dell’export relativo ai vini DOP e IGP nel decennio 2010-2020 è nettamente in crescita con un +97% per i vini DOP ed un +27% per gli IGP. Resta il fatto che dal 2017 le vendite export dei vini IGP sono in flessione, mentre la crescita dei vini DOP ha subito una leggera decrescita dopo il 2019.
Nel 2020 si è registrata una flessione del -1,3% in valore, imputabile soprattutto agli spumanti e ai vini fermi DOP.
Il peso dei vini DOP/IGP sul totale export pesa per l’88% in valore e per il 74% in volume.
Un dato che rende palese il valore per l’Italia di queste denominazioni che hanno l’obiettivo di tutelare gli standard qualitativi dei prodotti agroalimentari, salvaguardarne i metodi di produzione, fornire ai consumatori informazioni chiare sulle caratteristiche e conferire valore aggiunto ai prodotti.
Se analizziamo i dati relativi alle macroregioni italiane, ci accorgiamo che sono le regioni del Centro-Nord a beneficiare maggiormente delle vendite di vino DOP/IGP, in particolare Veneto (3,29 miliardi di euro) e Piemonte (1,02 miliardi), Toscana (1 miliardo), Friuli Venezia-Giulia (594 milioni), Trentino Alto-Adige (578 milioni).
Il valore e l’importanza di questo patrimonio, rappresentato da 526 vini (408 DOP e 118 IGP, per un valore di 9,27 miliardi di euro nel 2020), è fuori discussione.
Ma questo patrimonio è riconosciuto dal grande pubblico e le aziende che ne fanno parte hanno la capacità di svilupparne il potenziale?
Si tratta di capire come valorizzare e dare una riconoscibilità precisa a questo capitale produttivo che, come abbiamo visto, ha raggiunto cifre ragguardevoli e coinvolge moltissime aziende ed operatori.
Riteniamo che una delle leve per giungere a questi obiettivi sia quella di non limitarsi a diffondere una conoscenza generica delle denominazioni di origine ma raccontare il panorama dei nostri vini DOP e IGP attraverso la voce delle aziende che ne fanno parte, fornendo spazio alle realtà produttive che rappresentano i garanti delle peculiarità qualitative ed i custodi di inimitabili prodotti legati indissolubilmente ai territori di appartenenza.