Più che una vera e propria obiezione, è l’estremo tentativo di risolvere il problema del recruiting senza sostenere (almeno apparentemente) dei costi.
Succede davvero: si è già discusso di tutto, spesso si è già affrontata la fase di analisi della posizione; qualche volta abbiamo addirittura già in tasca il contratto firmato e arriva la telefonata: “fermiamo tutto perché domani vediamo una persona interessante, che ci ha mandato un curriculum proprio ieri”.

Eliminando senza pietà tutto il superfluo, se dovessimo cercare la ragion d’essere definitiva di un percorso di ricerca e selezione del personale la troveremo in una sola parola: comparazione. Non c’è selezione senza comparazione. Non c’è riduzione del rischio d’errore senza comparazione.
C’è una sola cosa che noi, come consumatori, compriamo senza valutare almeno una o due alternative? Neppure l’aspirina, perchè un pensierino al farmaco generico che contiene acido acetilsalicilico lo facciamo, anche se poi compriamo sempre il prodotto col brand che ci rassicura.
Comparare significa valutare determinate caratteristiche (competenze) su più soggetti diversi, significa vedere in quali possibili mix e varianti sono presenti in ciascuno, significa chiarirsi le idee a ogni nuovo incontro con un candidato e -alla fine- prendere una decisione ponderata e consapevole.

Scegliere sulla base di una sola opzione non è scegliere. Fare un colloquio con un solo candidato, pur in possesso di un curriculum interessante e centrato, privandosi in questo modo del beneficio della comparazione, significa assumersi un rischio aziendale altissimo. Eppure succede. Succede per l’ansia e la fretta. Succede per l’illusione che in questo modo si risparmi del denaro (non pagando i recruiter professionisti).
Il problema è che i costi di una scelta sbagliata nel campo delle risorse umane sono per lo più occulti e -si sa- “occhio non vede, cuore non duole”.
Ma quanto duole il portafoglio quando, passati magari dei mesi o un anno dall’inserimento di una risorsa, periodo durante il quale non abbiamo smesso di investire in formazione e affiancamento, ci rendiamo conto che non arrivano le prestazioni sperate o -peggio- che la persona non si è ben integrata con il nostro contesto aziendale e si muove in modo disarmonico dal resto del gruppo.
Fateli voi i conti di quanto costerà interrompere il rapporto di lavoro, partire con una nuova ricerca, cercare di tamponare le situazioni che la nuova risorsa non ha saputo gestire. E quando avrete il risultato, che sarà sicuramente approssimativo per difetto, ricordate a voi stessi che la prossima volta sarà meglio fare un colloquio in più che uno in meno e dopo aver incontrato 4 o 5 candidati, rifare un nuovo colloquio con almeno 2 o 3 di loro e infine fare ulteriori verifiche e approfondimenti con la persona che stiamo pensando di assumere. Noi di WinePeople Talent saremo allora al vostro fianco, amati imprenditori del vino.