Che la produzione in questo 2017 fosse in calo ormai lo supponevano un po’ tutti, ma ha fatto comunque effetto leggere le stime fornite in questi giorni dall’Oiv (Organisation internationale de la Vigne e du Vin) che hanno confermato in pieno le previsioni.
Complessivamente nel 2017 la produzione mondiale di vino è stata stimata in 246,7 milioni di ettolitri che tradotto significa un calo dell’8,2% (- 22,1 milioni di hl) rispetto l’anno precedente. Si tratta di una delle vendemmie mondiali più scarse degli ultimi decenni.
La principale causa di questa forte diminuzione è da ricercare a “casa nostra” e cioè in Europa occidentale dove praticamente tutti i Paesi produttori hanno registrato cali.
In Italia le stime di Oiv parlano di 39,3milioni di hl (-23%) che significa ben 11,6 milioni di hl in meno rispetto al 2016.
Ma in forte diminuzione risulta anche la Francia che quest’anno chiude una vendemmia a 36,7 milioni di hl con una perdita del 19% sul 2016 (-8,5 milioni di hl).
In calo anche la Spagna per la quale Oiv stima una produzione di 33,5 milioni di hl (-15%), che significa una diminuzione di 5,8 milioni di ettolitri rispetto al 2016.
Rimanendo sempre in Europa occidentale, in calo anche la Germania che quest’anno registra una riduzione del 6% (-600.000 hl sul 2017).
Praticamente in Europa occidentale cresce solo l’Austria (+23%) ma che con i suoi 2,4 milioni di hl rappresenta un piccolo paese produttore.
E il resto del mondo?
Gli Usa rimangono sostanzialmente stabili con una produzione di 23,3 milioni di hl (-1% sul 2016) anche se, va sottolineato, incombe l’impatto degli incendi in Napa e Sonoma Valley in California. E’ vero che gran parte della vendemmia era conclusa (si parla di circa l’80%) ma anche parte del raccolto sembra abbia subito gli effetti dell’incendio in cantina. Siamo stati diretti testimoni di questa catastrofe in questi giorni e non ci meraviglieremo se a consuntivo i numeri degli Usa risultassero inferiori alle stime attuali.
Crescita evidente la si registra in Australia con un aumento del 6% frutto di una vendemmia da 13,9 milioni di hl (quasi un milione di hl in più).
Più evidente ancora l’aumento in Argentina (+25%) ma va ricordato come il 2016 la vendemmia fu veramente bassa (solo 9,4 milioni di hl rispetto ad un media nell’ultimo quinquennio di circa 14 milioni di hl).
In leggero aumento anche il Sud Africa che chiude la vendemmia 2017 a 10,8 milioni di hl (+2%).
Si stimano riduzioni anche per in Cile dove si stima una produzione di 9,5 milioni di hl che significa una perdita di circa 700.000 hl sul 2016 ma di oltre 3 milioni di ettolitri rispetto al 2015 e alla media dell’ultimo quinquennio.
Mentre in calo è la produzione in Nuova Zelanda che registra una perdita del 9% fermandosi a quota 2,9 milioni di hl (-300.000 hl).
Interessante osservare anche i dati produttivi mondiali dal 2013 ad oggi che evidenziano una forte variabilità tra le annate frutto di mutazioni climatiche che probabilmente stanno incidendo fortemente sulle evoluzioni produttive.
Siamo infatti passati dai 290,1 milioni di hl del 2013 ai 269,5 del 2014, i 274,7 del 2015 e i 268,8 del 2016.
Più facile, si far per dire, decifrare gli andamenti dei consumi che Oiv stima, pur non avendo ancora dati definitivi, in crescita. Le tendenze attuali, infatti, portano ad inquadrare il consumo mondiale di vino nel 2017 in una forchetta compresa tra 240,5 e i 245,8 milioni di ettolitri (il cui punto medio è 243,2 milioni di hl). Dati che confermano ancora una volta come ormai vi sia un allineamento costante tra produzione e consumo.

Calo storico della produzione vitivinicola mondiale
Nel 2017, secondo gli ultimi dati forniti da Oiv, la produzione mondiale di vino è stata stimata in 246,7 milioni di ettolitri, in calo dell’8,2% rispetto al 2016. Una forte diminuzione dettata in particolare dai cali in Europa occidentale, Italia in primis