Quando Giulio Biasion mi ha inviato l’sms con scritto che il comune amico Piero Valdiserra ci aveva lasciati durante la notte del 5 gennaio dopo lo sgomento il primo pensiero che mi è venuto in mente è stato: ci lasciano prematuramente le persone migliori.
Lo so è una cosa banale, un detto stupido che avrà anche poco senso ma quando penso a uomini, amici come Piero Valdiserra faccio fatica a non ritenere in qualche misura veri anche alcuni vecchi proverbi o luoghi comuni.
Tra i tanti professionisti del mondo del vino che ho conosciuto in questi oltre 25 anni di lavoro in questo settore, Piero è stato tra i più preparati, curiosi e affidabili. Ma soprattutto è stato un uomo perbene. In quella magari vecchia ma autentica accezione di una persona che stava sempre al di fuori delle invidie professionali (quante le sue telefonate di supporto alle attività dei colleghi, i riconoscimenti di stima), della superficialità nelle relazioni.
Una persona con cui era possibile costruire una vera, autentica amicizia professionale, cosa rarissima.
Abbinava una grande professionalità ad una arguzia, ironia prettamente bolognese.
Mai fuori dalle righe ma al tempo stesso mai banale, scontato. Ogni suo intervento a convegno, seminario, lezione lasciava il segno perché riusciva sempre andare oltre il facile “apparente”, gli scontati luoghi comuni del vino e non solo.
Un uomo che amava riflettere e con il quale era bellissimo confrontarsi.
Quante volte mi ha chiesto di scrivere insieme un nuovo libro sul marketing del vino, capace di uscire fuori dai soliti schemi.
Ce lo siamo promessi tante volte e poi gli impegni professionali, famigliari ci hanno fatto sempre rimandare. Che grande rimpianto che ho oggi anche su questo fronte.
Ma Piero sono convinto ci abbia lasciati senza rimpianti perché la sua è stata una vita piena sotto tutti i punti di vista, come solo gli uomini veri riescono a fare a prescindere dal tempo che il destino gli concede.

Piero Valdiserra era nato a Bologna nel 1957. Laureato in Scienze Politiche aveva poi conseguito il Master in Business Administration presso l’Università Bocconi di Milano. Nel 2007 ha pubblicato ’50 calici di un bevitore curioso’; nel 2010, con Giulio Biasion, ‘Bologna la Grassa Bologna la Magra-Le Isole dei Sapori’. Nel 2011 ‘La geometria del viaggio’. E’ del 2016 ‘Gli Spaghetti alla bolognese esistono: l’altra faccia del tipico”, saggio che lancia l’idea di fare del controverso piatto un brand promozionale della città delle Due Torri. Un tema che lo ha portato su Guardian e Le Monde. Un meritato riconoscimento sulla ribalta internazionale.