Le ripercussioni del lockdown si fanno ancora sentire in molti dei principali mercati di consumo del mondo, ma le restrizioni si stanno allentando di giorno in giorno. Non si può escludere una seconda ondata di casi di coronavirus negli Stati Uniti, in Cina o in altre grandi economie, ma gradualmente la quotidianità sta riprendendo una parvenza di “normalità”.

Wine Intelligence negli ultimi due mesi ha posto ai consumatori di vino di 12 paesi diversi domande dettagliate sulle abitudini prima e durante il lockdown e sul comportamento previsto dopo la fine delle restrizioni. Le somiglianze riscontrate nelle risposte sono state notevoli e motivo di interesse. Da questa constatazione sono emerse cinque tendenze che sembrano aver coinvolto la maggior parte delle culture e dei mercati presi in esame.

I piccoli lussi contano
In un’esistenza quotidiana avara di stimoli e sottoposta all’isolamento, i piccoli lussi diventano più importanti ed il vino ha beneficiato di questa necessità. I consumatori europei e nordamericani hanno acquistato più vino durante questo periodo e ne hanno beneficiato anche altri prodotti “comfort” come il cioccolato, le patatine fritte e i servizi di intrattenimento domestico come Netflix.

Zoom, Millennials e social tasting.
Uno dei motivi per cui i volumi di vino hanno resistito a lungo alla pandemia di coronavirus e al lockdown è il desiderio dei consumatori di trovare delle modalità alternative di condivisione e convivialità online. In alcuni mercati come il Canada, circa 3 consumatori abituali su 10 dichiarano di aver consumato vino durante incontri online almeno una volta alla settimana.
Negli Stati Uniti, il 42% dei consumatori abituali di vino, circa 32 milioni di persone, hanno bevuto vino durante una chat online.
Nella maggior parte dei mercati i Millennials (25-39 anni) sono stati i più attivi.

Il canale vincente? la vendita online.
La vendita al dettaglio online è uscita vincitrice durante il lockdown in diversi settori dei beni di consumo. Nella categoria del vino, soprattutto nei Paesi dove può essere venduto senza troppe restrizioni, le vendite hanno avuto un boom.
La Cina è già leader mondiale in termini di vendite di vino online e il suo gruppo di consumatori chiave – i Millennials – ha utilizzato ancora più di prima l’acquisto online. Oltre la metà dei consumatori cinesi abituali di vino (54%) ha dichiarato di aver utilizzato internet per acquistare vino, per la prima volta la percentuale di consumatori che utilizza questo canale ha superato il 50%.

La cautela è ancora forte.
Circa 1 consumatore su 6 nei 12 mercati monitorati non vede l’ora di tornare nei ristoranti, nei negozi e nei bar, mentre circa un quarto o un terzo sono perplessi di fronte all’idea di trovarsi di nuovo tra la folla. Circa la metà del campione, si aspetta di tornare a tempo debito al proprio stile di vita, ma non sembra avere fretta di farlo.
In conclusione, circa il 75% tornerà a frequentare le strutture ricettive ma il 25% più cauto della popolazione, anche quando le restrizioni saranno state rimosse e la capacità dei tavoli sarà ripristinata, non vi farà ritorno almeno fino a quando non sarà stato pienamente rassicurato.

Il risparmio al primo posto.
I consumatori cercheranno di spendere meno e di risparmiare di più nei prossimi 12 mesi. Questi dati rendono gli economisti molto nervosi, perché cambiamenti di comportamento così estesi e improvvisi possono causare forti contrazioni dell’economia e avere effetti più ampi e duraturi sulla domanda, sui prezzi e sull’occupazione. Traslochi, acquisti di auto o grandi viaggi all’estero subiranno la frenata più consistente. Saranno meno colpiti i piccoli lussi soprattutto legati a cibo e bevande a cui si è accennato precedentemente. In ogni caso i consumatori eviteranno prodotti ed esperienze particolari, rischiose e potenzialmente deludenti.