Il voto pro Brexit del 2016 ha indubbiamente provocato dei cambiamenti: i mercati hanno subito uno shock temporaneo e tutte le alleanze sul commercio globale stanno cambiando come mai in precedenza. “Ci sono state reazioni favorevoli e contrarie, ma non si può negare il grosso disagio che si è creato, specialmente per il mondo del vino”. Così la pensa la Master of Wine britannica Sarah Abbott, che ha fatto un interessante intervento durante lo scorso Wine2wine per cercare di fare il punto della situazione a distanza di un anno e mezzo da quel fatidico 23 giugno 2016.

Per il mercato vitivinicolo italiano, al primo posto come importatore in Uk, insieme alla concorrente Australia, la questione Brexit è diventata un nuovo problema da gestire, o quantomeno monitorare.
A distanza di un anno e mezzo, è dunque lecito ora domandarsi cosa stia accadendo in Inghilterra.
A cercare di rispondere ai nostri dubbi, ci ha pensato la Master of Wine britannica, la quale non ha mancato di far notare quanto non sia cambiato di certo l’amore degli inglesi per il vino italiano, specialmente il Prosecco.

La passione inglese per il vino ha permesso alla Gran Bretagna infatti di reggere bene le conseguenze immediate dell’esito Brexit, nonostante si trovi nel contesto di un mercato che “va avanti ma non cresce”, mentre i consumi fanno solo che accrescere l’inflazione in un settore economico che muove circa 3 miliardi di sterline l’anno.
Questo è solo uno dei motivi che ha portato importanti figure del vino ad aggregarsi in una serie di network, come la WSTA (Wine and Spirit Trade Association), un’organizzazione di categoria che sta cercando di far valere le proprie ragioni e trovare un punto di incontro tra la nuova politica ed il commercio estero.
Tra le nuove regole, i “potenti del vino” si stanno battendo particolarmente per l’accesso continuativo allo Excise and Movement Control System (o Emcs), un sistema compiuterizzato che permette di monitorare la circolazione dei prodotti sottoposti ad accisa in sospensione d’imposta dell’UE.
Grazie a questo sistema si faciliterebbe l’identificazione di casi di contraffazione.
Una prima vittoria è stata già ottenuta, con il blocco del prezzo sulle accise degli alcolici.

“Sono piccole vittorie, ma importanti per il mercato del vino inglese”, dice la Abbot.
Infine, un consiglio che la Master of Wine si sente di dare, è quello di “tenere duro e non abbandonare l’export verso il mercato inglese. Il governo inglese è sempre in tempo a tornare indietro e chi lo sa, di questi tempi, magari saremo spettatori di un altro colpo di scena come quello di giugno 2016″.