Secondo quanto riportato in questi giorni di Wine Australia, l’export enologico australiano ha registrato nel 2017 un incremento del 15% con un record di vendite raggiungendo quasi 1,7 miliardi di euro (2,56 miliardi di dollari australiani), grazie ad un volume di 8,1 milioni di ettolitri. Cresciuto anche il prezzo medio che ha raggiunto i 2,05 euro/litro (+7%).
mercato cinese che è cresciuto di ben il 63% con un valore di 848 milioni di dollari australiani (circa 552 milioni di euro).
Negli Usa (449 milioni di dollari australiani), Regno Unito (348) e Canada (187), infatti, il valore dell’export del vino australiano
è calato tra il 2 e il 3%. Aumento del 7%, invece, anche ad Hong Kong dove il vino made in Australia ha raggiunto un valore di 118 milioni di dollari australiani (circa 77 milioni di euro).
Quindi, anche se il Regno Unito rimane in termini di volume il principale mercato di sbocco dei vini australiani, la Cina e l’Asia nel suo complesso oggi rappresenta la frontiera più importante per il vino made in Australia.
In sostanza si sta dimostrando vincente la politica promozionale australiana sui mercati asiatici, in particolare la Cina, dove l’Australia ha concentrato, anche per ragioni geografiche, gran parte dei suoi sforzi per recuperare quote di mercato perse negli anni scorsi.
Più deludenti, invece, i risultati sul mercato nordamericano che, almeno nei propositi della politica vitivinicola australiana, appariva l’altra area di sbocco dove migliorare le performance dell’export.
Considerando la politica australiana di migliorare anche il posizionamento prezzi delle sue produzioni sui mercati internazionali, dopo tanti anni di dumping aggressivo, risulta interessante andare ad analizzare in quali fasce di prezzo sono maggiormente cresciuti i vini australiani. Su questo fronte la fascia che ha registrato il maggior aumento (il 67%) è stata quella dei +200 dollari Aus (circa 130 euro), anche se rappresenta complessivamente “solo” 54 milioni di dollari di valore; al secondo posto in termini di crescita (+60%) è stata quella tra i 20-29,99 dollari Aus (circa tra i 13 e i 20 euro) che complessivamente ha realizzato un valore di 132 milioni di dollari; considerevole aumento (52%) anche della fascia tra i 30-49,9 dollari (circa 20-32 euro) che rappresenta un valore complessivo di 94 milioni di dollari.
Il CEO di Wine Australia Andreas Clark si è dichiarato molto soddisfatto dell’andamento del loro export e soprattutto dell’aumento delle vendite di vini di fascia premium:”La crescita della domanda di vini australiani di fascia premium, soprattutto nel nord est dell’Asia, è aumentata del 17% grazie ad un incremento del prezzo medio per litro dei nostri vini del 3% che ha significato un valore record di 5,63 dollari australiani/litro (circa 3,3 euro). Siamo complessivamente calati negli Usa ma nella fascia sopra i 10 dollari siamo cresciuti dell’8%“.
Interessante analizzare anche quale tipologie di vino australiano sono risultate più esportate nel 2017; la cosiddetta top 5 delle varietà più esportate è così rappresentata: al primo posto lo Shiraz con 606 milioni di dollari aus e un aumento del 18%; il Cabernet Sauvignon con 342 milioni di dollari (+20%); il blend Shiraz e Cabernet Sauvigno, con un valore di 187 milioni di dollari (+57%); lo Chardonnay con 182 milioni di dollari (+6%); il Merlot con 114 milioni di dollari (+17%).