Siamo arrivati a Vancouver e, tanto per cambiare, piove. Ma questa è l’unica nota stonata di una tappa, quella in British Columbia, che rappresenta ormai un appuntamento molto importante nel nostro progetto di supporto alle imprese del vino italiane sui mercati internazionali.
Come di consueto, ad illustrare alle 21 aziende presenti, le dinamiche del mercato in British Columbia, la bravissima Michaela Morris, che rappresenta oggi una voce fondamentale per la promozione del vino italiano in Canada. Una giornalista, la prima wine ambassador certificata dalla Wine Academy di Vinitaly International, con un passato anche da importatrice e consulente del monopolio della British Columbia, ed oggi forse la più esperta di vini italiani in questa parte del mondo.
La Morris ha evidenziato come oggi il valore del vino importato in British Columbia è di 625 milioni di dollari ai quali vanno aggiunti i 526 milioni di dollari derivanti dalle vendite di vini canadesi. Un business, quindi, di quasi 1,2 miliardi di dollari, decisamente molti se si considera che parliamo di una provinci di 4,7 milioni di abitanti di cui circa 2,3 milioni concentrati nell’area metropolitana di Vancouver. Ed è un vero peccato che si tratta di un “piccolo” Paese considerando la straordinaria e crescente passione attorno al vino.
Nel 2016 il mercato del vino in British Columbia si è attestato a 7,8 milioni di casse (circa 94 milioni di bottiglie) che tradotto significa una quota di mercato del 14,2% sul totale in Canada.
Importante sottolineare, inoltre, come questa provincia rappresenti la seconda “consumatrice” di vino in Canada con i suoi 20,2 litri pro capite (solo il Quebec la supera con i suoi 23,4 litri, mentre complessivamente il consumo medio pro capite in Canada è di 17,4 litri).
La Morris ha inoltre evidenziato altre cinque importanti caratteristiche della British Columbia: è una provincia sulla costa ovest tra le più dinamiche anche dal punto di vista economico e culturale; è presente una larga fetta di popolazione di origine asiatica (20%) ma di reddito medio decisamente elevato (forte immigrazione in quest’ultimo decennio di ricchi imprenditori cinesi); è la prima provincia in termini di consumi di vini bianchi; la seconda regione vitivinicola in Canada (l’Okanagan rappresenta una delle regioni vitivinicole più interessanti del Nord America anche sul fronte enoturistico); vi è un costante aumento della ristorazione italiana di qualità; vi è infine molto interesse per le produzioni biologiche sostenibili.
Ma sicuramente la caratteristica più interessante della BC è la costante crescita della cosiddetta vendita “privata” di vino rispetto al tradizionale selling del monopolio attraverso i negozi del BCLDB (British Columbia Liquor Distributor Branch). Oggi, ha spiegato la Morris, vi sono 197 BC Liquor Stores e ben 684 private retailers, e gli oltre 8.000 esercizi dell’on trade guardano ormai con sempre maggiore attenzione all’offerta dei negozi privati.
Per questa ragione il ruolo delle agenzie private di importazione sta diventando sempre più importante. Ed è questa una delle principali ragioni che ci porta ad aumentare ormai da alcuni anni anche la nostra attività in questa provincia.
L’Italia rappresenta il secondo Paese nell’import in British Columbia, subito dopo gli Usa (12,4% di quota di mercato) con una quota di mercato dell’8,2% e precede la Francia (7,3%) e l’Australia (6,5%).
Ma quali sono i vini italiani maggiormente venduti in BC? Al primo posto, tanto per cambiare, il Prosecco, seguito dal Chianti, Ripasso, Amarone, Brunello, Barolo e Barbaresco. Tutte tipologie che stanno registrando interessanti aumenti ogni anno (nei primi 9 mesi di quest’anno circa il 14,8 in valore e il 6,6 in volume).
Ma grazie agli aggiornati dati presentati da Michaela Morris torneremo presto sull’analisi delle performance dei vini italiani sul mercato della BC. A presto.