Commerciare con la Cina è uno degli obiettivi a cui la maggior parte delle aziende sta puntando negli ultimi anni. È ormai risaputo che questo Paese, dal 2015, si qualifica come seconda più grande potenza economica al mondo, naturalmente dopo gli Stati Uniti.
Per quanto l’idea di allargare il proprio mercato possa sembrare appetibile, non è semplice come sembra: la Cina ha un sistema economico e culturale interessante, che però va compreso a fondo prima di entrarvi in contatto. Il consiglio di chi già importa con questo Paese, è il seguente: dotarsi di una persona di fiducia, che conosca la lingua e la cultura cinese, poiché nel mercato asiatico, le conoscenze sono molto importanti.
Questo è quanto emerso recentemente dagli incontri del forum del business del vino a Verona, Wine2wine.

E per entrare nel delicato sistema del Paese del Dragone, Hong Kong potrebbe essere la chiave. Lo sostiene anche Dawn Chan, Exhibitions Project Manager di HKTDC, che a Wine2wine 2017 ha tenuto un seminario sui vantaggi di utilizzare Hong Kong come piattaforma d’importazione che faccia da tramite con i distributori in Cina.

A causa delle politiche in continuo mutamento, del clima molto rigido che compromette trasporti e integrità dei prodotti e della difficoltà nei pagamenti, la Cina non è una meta facile in cui inserirsi con vini italiani. Le conoscenze dei commercianti in materia sono molto scarse, e la cultura cinese prevede che si conoscano determinati usi e consuetudini, per assicurarsi rapporti solidi.

Vediamo quindi, nel dettaglio, quali sono i vantaggi di affidarsi agli importatori di Hong Kong.
Innanzitutto, gli abitanti amano molto il vino italiano, ne conoscono i marchi più famosi ed amano berlo in compagnia: più precisamente ad Hong Kong si bevono circa 5,4 litri di vino pro-capite.
Dal 2008, inoltre, il governo di Hong Kong ha eliminato qualsiasi tassa sugli alcolici, ad eccezione degli spirits, mossa che rende le pratiche commerciali molto più veloci ed economiche. Il paese si è accreditato anche con il primo “accreditation scheme” per le wine storage facilities del mondo e, dal 2007, Hong Kong si qualifica come primo centro di auction internazionale.
Ultimo, ma non meno importante: vista la conoscenza che un distributore di questo Paese può avere del clima asiatico, affidarcisi potrebbe garantire una maggiore sicurezza nel trasporto dei vini, in condizioni che ne preservino le caratteristiche e non ne mutino il sapore.

Questi sono dei fattori da tenere altamente in considerazione secondo Dawn Chan. Ci chiediamo dunque: potrà rappresentare Hong Kong nei prossimi anni il giusto porto da cui traghettare a vele spiegate verso la Cina?